In Evidenza Governo MeloniLibanoPremio Nobel
ATTUALITÀAlzano lombardoCoronavirusGiuseppe ConteGoverno Conte IIInchiesteLombardiaNembro

Inchiesta su Alzano e Nembro, Conte: «Ogni passaggio è stato chiarito nei minimi dettagli»

12 Giugno 2020 - 18:13 Sara Menafra
L'indagine si concentra sulla notte in cui carabinieri e poliziotti furono spostati ad Alzano e poi rimossi

Una frase distensiva, quella del premier che fa sapere che «ogni passaggio è stato chiarito e ricostruito nei minimi dettagli». La pm reggente, invece, che dice che la certezza sulla principale responsabilità di Roma è perlomeno meno chiara visto che oggi ha più elementi di quanti ne avesse in passato. Il giorno decisivo dell’inchiesta della procura di Bergamo sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro durante l’emergenza Coronavirus è stato indubbiamente oggi, 12 giugno.

Per prepararsi all’appuntamento di oggi il pool guidato dal procuratore reggente Maria Cristina Rota ha raccolto informazioni e documenti necessari a ricostruire le giornate decisive tra la fine di febbraio e i primi di marzo. Quando, nello spazio di due settimane prima, tutto sembra militare verso la costituzione della zona rossa e poi, invece, la notte tra il 7 e l’8 marzo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte decide di restringere gli spostamenti in tutta Italia, evitando di istituire una zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro come chiesto dall’Istituto superiore di sanità il 3 marzo.

Documenti legati al Dpcm dei primi di marzo, carteggi formali presso la Protezione civile e l’Istituto superiore di sanità per ricostruire la vicenda: su queste basi si è svolta l’audizione del ministro della Salute Roberto Speranza e dell’Interno Luciana Lamorgese, oltre a quella del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la più lunga cominciata stamattina alle 10.

La Pm di Bergamo a Palazzo Chigi, l’arrivo di Speranza

Attorno alle 10 di mattina la pm Maria Cristina Rota è arrivata a palazzo Chigi col resto del pool proveniente da Bergamo. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stato ascoltato per primo. Quindi, attorno alle 12.30 è arrivato il ministro della Salute, Roberto Speranza. L’ordine delle audizioni è stato però spostato: Lamorgese è stata ascoltata dopo Conte, dalle 13.30 alle 15.40 circa ed è poi iniziata l’audizione di Speranza.

L’inchiesta

Tra i punti toccati col ministro Lamorgese è stato decisivo proprio quello, molto discusso in queste ore, di cosa accadde nella notte tra il 7 e l’8 marzo. E, in particolare, delle sue comunicazioni con il prefetto di Bergamo. Il 6 marzo, infatti, nella zona attorno a Bergamo furono spostati diversi reparti di carabinieri e squadre di polizia, in attesa della possibile istituzione della zona rossa appunto.

E questo “movimento di uomini” potrebbe essere l’elemento più difficile da spiegare per i tre ministri chiamati a dare la propria versione dei fatti su quei giorni e, in particolare, per il premier Conte. Se, formalmente, è vero che anche la Regione Lombardia avrebbe potuto istituire una zona rossa, chiedendo poi l’intervento del prefetto in un secondo momento (come avvenuto in altre regioni), nel caso in questione è un fatto che l’ordine dato di muoversi verso Alzano per poi abbandonare la zona sembra dimostrare che era il governo ad aver preso in carico il caso.

Che questa fosse la sua lettura della cosa, del resto, la pm Rota non l’ha mai nascosto. Oggi, però, ha aggiunto che i documenti raccolti finora sono più ampi e che quindi la valutazione di responsabilità potrebbe essere perlomeno allargata. Ed è qui che si inserisce il passo ulteriore: se gli accertamenti dovessero proseguire chi si occuperà dell’indagine? Non è scontato che, almeno in una prima fase, lo faccia il tribunale dei ministri lombardo. Tra il 25 febbraio (quando sono stati rintracciati i primi dieci casi tutti passati dall’ospedale di Alzano) e la sera del 7 marzo, il dossier ha viaggiato su parecchi tavoli romani, non solo ministeriali.

Un’ipotesi è che questa parte dell’indagine della procura di Bergamo venga trasferita a Roma, prima di tutto alla magistratura ordinaria. Per poi valutare, se e in quale parte, – nel caso dell’iscrizione al registro degli indagati – inviarla al tribunale dei ministri. I contatti con i pm di piazzale Clodio sono già iniziati in questi giorni, per ora informalmente.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti