«L’arte del negoziato»: come Melania Trump modificò gli accordi matrimoniali dopo l’elezione del marito

La giornalista premio Pulitzer Mary Jordan ha ricostruito attraverso 100 interviste la figura di Melania: «È molto più simile a Donald di quanto non si creda»

«Donald Trump una volta disse che nessuno avrebbe mai saputo negoziare un accordo meglio di lui. Poi arrivò Melania». In poche righe di un tweet, la giornalista del Washington Post Mary Jordan – vincitrice del Premio Pulitzer nel 2003 – ha riassunto il suo nuovo libro incentrato sulla figura di Melania Trump, dal titolo: «The Art of Her Deal: The Untold Story of Melania Trump». In particolare, Jordan ha ripercorso la strategia della first lady nel rivedere l’accordo matrimoniale dopo l’elezione di suo marito alla presidenza degli Stati Uniti d’America.


Melania non aveva alcuna fretta di trasferirsi alla Casa Bianca, scrive Jordan. Durante i primi tempi della presidenza, infatti, Melania Trump rimase nella sua vecchia a casa a New York, rimandando di qualche mese il suo trasloco a Washington. Ufficialmente, la scelta era stata fatta per consentire al figlio Barron (di 10 anni) di finire l’anno scolastico. Secondo la giornalista, però, dietro la decisione di Melania ci fu l’intento di rivedere un accordo matrimoniale che, a dire di Jordan, non era affatto generoso nei confronti della compagna più longeva di Trump.


Dal momento in cui il nuovo ruolo del marito portò alla luce il suo passato di scandali sessuali e tradimenti, Melania si prese del tempo per calmarsi e modificare i suoi accordi economici con Donald. Oltretutto, in quelle settimane i figli e le figlie più grandi del presidente fecero pressione su di lei affinché si trasferisse al più presto alla Casa Bianca in modo da poter esercitare su di lui il suo potere “calmante”.

Per raccontare la figura di Melania Knavs (suo nome all’anagrafe), Jordan ha fatto più di 100 interviste, partendo dai suoi compagni di scuola in Slovenia fino ad arrivare all’ex governatore del New Jersey Chris Christie. «Melania è molto più simile a Donald di quanto non si creda…», ha dichiarato Jordan. «Sono entrambi dei lottatori per i quali la sopravvivenza vale qualsiasi prezzo, anche la lealtà».

Melania, insomma, non sarebbe solo la figura docile al fianco di suo marito come spesso la si è voluta far passare: il suo carattere e le sue competenze (parrebbero vere le voci sul fatto che sappia parlare quattro o cinque lingue diverse, ad esempio) sarebbero stati centrali in alcune mosse di Trump. Il caso più esplicito è forse quello della scelta di Mike Pence come vice presidente: secondo Jordan, Melania gli disse che, tra i tre candidati, lui era forse quello che si sarebbe accontentato più facilmente di un posto da numero due.

Leggi anche: