Coronavirus, la denuncia dei lavoratori di H&M: «Lasciati a casa con una chiamata» – Il video

Sono circa 150 gli impiegati del colosso della moda “vittime” della chiusura di 7 punti vendita in tutta Italia. Da mesi sono fermi e non sanno cosa li aspetta nel futuro

    «Ci hanno chiamati durante il lockdown (per l’emergenza sanitaria del Coronavirus, ndr) per dirci che due dei nostri negozi a Milano non avrebbero riaperto e che, dunque, saremmo rimasti a casa. Alcuni di noi avevano persino familiari con problemi di salute, altri deceduti. Dunque, una doccia fredda, anzi gelida. Ci hanno lasciati a casa gettandoci tutti nel panico». A parlare sono Barbara Rizzardi e Stefano Ornaghi, due dipendenti di H&M Italia, entrambi in servizio a Milano ma da mesi a casa.


    7 negozi chiusi, 150 dipendenti a rischio

    Sette i negozi che H&M intende chiudere per la crisi post Covid-19: «Oltre ai due di Milano, in via Torino e corso Buenos Aires, ci sono anche Grosseto, Udine, Gorizia, Vicenza e Bassano del Grappa» ci spiegano. In totale sono coinvolti quasi 150 dipendenti a tempo indeterminato e oltre a 40 lavoratori a tempo determinato “job on call” (cioè a chiamata, ndr) ai quali «il contratto in scadenza probabilmente non verrà rinnovato». L’azienda – fanno sapere Barbara e Stefano – ha fatto sapere di volerne «ricollocare solo 61»: «E tutti gli altri? Se la matematica non è un’opinione ne restano fuori circa 90». Solo a Milano sono in 70 quelli che lavoravano nei negozi chiusi. Ora senza insegna, senza alcun riferimento ad H&M, da sempre punto di riferimento per la moda dei più giovani e non solo.


    «Non c’è ombra di cassa integrazione»

    L’azienda, in realtà, fino ad ora «ha proposto soltanto il ricollocamento di alcuni di noi ma in negozi lontani da Milano o addirittura in altre regioni, come la Sicilia». Spiegano: «se a un part-time non pagano il rimborso spese, quindi dalla benzina al posto in cui dormire, che senso ha andare a lavoro?». Al momento tutti i lavoratori del gruppo stanno «ricevendo un anticipo di stipendio da parte dell’azienda, che poi dovranno restituire una volta ricevuta la cassa integrazione» che ancora «nessuno di noi ha visto».

    La paura di essere licenziati

    Ma il pericolo, secondo i lavoratori protagonisti, loro malgrado, di questa vicenda, è che H&M alla fine possa decidere di licenziarli: «Al momento non possono farlo visto che il governo ci salva almeno fino ad agosto. Appena possibile, però, secondo noi, lo faranno. Al momento siamo “sospesi”. Non abbiamo una sede di lavoro e non sappiamo cosa succederà nei prossimi mesi». Dopo la decisione di H&M, arriva anche quella di Zara che chiuderà 1.200 punti vendita nel mondo investendo tutto sull’e-commerce.

    Foto in copertina di Open – Video di Fabio Giuffrida per Open

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