Addio a Mario Corso, il maestro della punizione a foglia morta della Grande Inter – Video

Tra i più grandi campioni dell’Inter che con Helenio Herrera alla guida vinse tutto negli anni ’60

Il mondo del calcio piange Mario Corso, fenomenale mancino della Grande Inter che, con la guida di Helenio Herrera, negli anni Sessanta aprì un ciclo di vittorie in Europa e nel mondo. Corso, che avrebbe compiuto 79 anni il prossimo 25 agosto, era ricoverato da giorni in ospedale.


Nato a Verona nel 1941, Corso inizia la sua carriera nella Audace SME, per poi legare il suo nome all’Inter dal 1957 al 1973. Con i Nerazzurri, negli anni ’60, è tra i protagonisti di un ciclo leggendario. Nel 1960 il presidente Angelo Moratti chiama alla guida della sua squadra lo spagnolo Helenio Herrera.


Quello che sarà poi soprannominato il “Mago” vincerà, tra il 1963 e il 1966, praticamente tutto: 3 campionati, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe intercontinentali consecutive. È l’Inter di Sarti; Burgnich, Facchetti; Bedin, Guarneri, Picchi; Jair; Mazzola, Milani (Peiró, Domenghini), Suárez, Corso. Allenatore Herrera.

Giocatore dotato di grande talento e tecnica Corso, con il numero 11 sulle spalle, si distingue per il modo originale, quanto letale, di calciare le punizioni. Il suo tiro “a foglia morta” lo rende celebre in tutto il mondo. Poca rincorsa, calcio leggero di interno piede, la palla che scavalca la barriera e termina la sua corsa in fondo alla rete. È anche così che Mario Corso, per anni, ha regalato emozioni ai tifosi interisti e a tutti gli amanti del calcio, ritagliandosi uno spazio indelebile nella storia del calcio.

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