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Lo sconforto di Crisanti: «Gli asintomatici non diffondono il virus? E tutti i nuovi casi cadono dal cielo?»

Lo scienziato dell'università di Padova critica i colleghi che vogliono abbassare la guardia: «Qualcuno mi può spiegare da dove originano tutti questi nuovi contagi? Cadono dal cielo?»

«La maggior parte delle persone clinicamente guarite dal Coronavirus, cioè senza più sintomi, ma ancora positive al tampone, hanno una quantità di virus così bassa e degradata da non poter contagiare». Sono queste le conclusioni contenute nello studio del Policlinico del San Matteo di Pavia ad aver fatto infuriare ancora una volta il virologo Andrea Crisanti.

«Quando mi vengono a dire che gli asintomatici non trasmettono l’infezione mi cadono le braccia. Ma allora, visto che i sintomatici sono sempre meno, qualcuno mi può spiegare da dove originano tutti questi nuovi contagi? Cadono dal cielo?», dice lo scienziato dietro al “modello Veneto” in un’intervista al Corriere della Sera.

Come accaduto in Germania, a Singapore e in Corea del Sud dove c’è stato un ritorno di focolai, Crisanti sottolinea come il Covid abbia una potenzialità «di diffusione spaventosa, ecco di cosa dobbiamo parlare».

Sulla capacità degli asintomatici di diffondere il virus Crisanti rimanda al suo studio sulla popolazione di Vo’ Euganeo, focolaio veneto dell’epidemia. La ricerca «rivela che l’80% dei 3.300 abitanti ha sviluppato gli anticorpi al Covid19. Ma 63 di loro sono risultati negativi a tutte e tre le tornate di tamponi effettuate, quindi si sono infettati prima del 21 febbraio, giorno in cui sono stati diagnosticati i due casi iniziali. E allora, se il virus circolava già da fine gennaio ma nessuno ne accusava i sintomi, chi ce lo ha portato?».

Per il virologo il virus potrebbe essere inoltre maggiormente veicolato dai giovani: «L’infezione si diffonde soprattutto nella fascia 20-55 anni, la più attiva socialmente e professionalmente e spesso asintomatica».

Un’osservazione che non è contenuta nel manifesto firmato da dieci esperti secondo cui chi si contagia correrebbe un basso rischio di aggravarsi: «Ognuno fa ciò che si sente. Sul contenuto non entro, è come dire che il cielo è azzurro, è l’uso che se ne fa a creare problemi. Ripeto, è inopportuno».

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