«Il piano di annessione israeliano è illegale. Si muova la comunità internazionale», l’appello dell’ambasciatrice palestinese in Italia

«Israele pratica violazioni sistematiche di tutte le risoluzioni dell’Onu e del diritto internazionale da oltre 50 anni. Crediamo che sia giunto il momento di porre fine a tutte le ingiustizie ai danni del popolo palestinese», ha detto l’ambasciatrice palestinese in Italia questa mattina alla Camera

«Siamo qui per esprimere la nostra preoccupazione circa l’annessione, da parte israeliana, del 30% della nostra terra che inizierà domani. Come leadership palestinese abbiamo messo in atto il massimo impegno per bloccare questo piano illegale e attendiamo ora l’intervento della comunità internazionale che speriamo possa garantire giustezza ed equità». L’appello dell’ambasciatrice palestinese in Italia, Abeer Odeh, questa mattina in audizione alla Commissione esteri della Camera, arriva a 24 ore dalla data in cui Israele potrebbe annettere la Valle del Giordano e parte della Cisgiordania.


Mossa figlia del Piano Trump

Una mossa, denuncia l’ambasciatrice, figlia del piano Trump annunciato all’inizio dell’anno come l'”accordo del secolo”, ma senza l’assenso dei palestinesi. Il piano, ha spiegato Odeh, prevedeva «l’annessione di tutti gli insediamenti israeliani, della valle del Giordano, il controllo israeliano su tutte le risorse naturali, sui confini, lo spazio aereo, i confini marittimi e sulla sicurezza» ed avrebbe dunque spianato la strada alla mossa fatta ora da Tel Aviv.


«Israele pratica violazioni sistematiche di tutte le risoluzioni dell’Onu e del diritto internazionale da oltre 50 anni – ha detto l’ambasciatrice-. Noi crediamo che sia giunto il momento di porre fine a tutte le violazioni ai danni del popolo palestinese».

«L’annessione non è un tema nuovo. Fa parte da tempo di un progetto iniziato con le prime colonie israeliane nel 1967. L’anno scorso il presidente Trump ha riconosciuto e sostenuto l’annessione, da parte israeliana, sia di Gerusalemme che del Golan siriano occupato. Da allora si sono moltiplicati gli sforzi per portare avanti i piani di annessione. Non si tratta di una annessione palese ma subdola», ha proseguito Odeh.

«Questo è un furto di risorse e di terre palestinesi. Queste colonie, anche con il trasferimento forzoso di palestinesi, e il trasferimento illegale di cittadini israeliani nei territori occupati, avevano lo scopo di garantire che i palestinesi non potessero esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione. Questo rappresenta in modo chiaro la volontà israeliana di trasformare un’occupazione di carattere temporaneo in una di tipo permanente. In base al diritto internazionale l’annessione è vietata, e illegale sulla base della Carta delle nazioni unite».

Non mancano, tuttavia, le opposizioni ai propositi di Benjamin Netanyahu. La Casa Bianca non ha ancora dato il suo assenso definitivo, mentre l’Onu ha definito «illegale» l’operazione. E mentre per domani è prevista la presentazione del progetto alla Knesset, il parlamento israeliano, i palestinesi hanno indetto una giornata di collera popolare.

La posizione palestinese

«Il presidente Abbas ha presentato il nostro piano di pace al Consiglio di sicurezza dell’Onu nel febbraio 2018 – ha ricordato l’ambasciatrice -. Tale progetto non chiede nulla che l’Italia non abbia già chiesto: la soluzione dei due Stati nei confini del 1967, Gerusalemme est come capitale dello Stato di Palestina, attuazione del diritto internazionale, applicazione delle pertinenti risoluzioni dell’Onu e una iniziativa internazionale per portare avanti un processo di negoziati bilaterali significativo»

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