Anche l’Ue boccia i voucher per i viaggi annullati per Covid al posto dei rimborsi: doppia procedura contro l’Italia

L’Italia non ha rivisto per tempo il decreto che, per tutelare le compagnie aeree dai danni del Covid, identifica i voucher come unica forma di rimborso. Lo stesso riguarda anche i viaggi “tutto compreso”

Nuovi guai tra Italia e la Commissione europea. Già a metà maggio il commissario Ue Didier Reynders e la collega Adina Valean, titolari della Giustizia e dei Trasporti presso la Commissione europea, avevano inviato una lettera formale all’esecutivo di Giuseppe Conte per aver concesso alle compagnie aeree e tour operator di non rimborsare i viaggi annullati a causa del Coronavirus, se non con dei voucher.


Una norma che sarebbe in contrasto con i regolamenti sui diritti dei passeggeri dell’Ue. Lo sono anche quelle sui viaggi “tutto compreso” che, anche in questo caso, permettono l’utilizzo di voucher come forma di rimborso in caso di viaggi annullati, e consentono agli organizzatori di posticipare il rimborso ben oltre il periodo di 14 giorni.


Nel primo caso la procedura d’infrazione – scattata automaticamente dopo che fosse passata la data entro la quale (il 28 maggio) l’Italia poteva rispondere alla lettera formale e cambiare il decreto 2 marzo 2020 e riallinearsi con il resto dei paesi Ue – si trova al fianco della Grecia.

Nel secondo caso invece, ovvero sui voucher per le vacanze “tutto compreso”, sono dieci i paesi (inclusa l’Italia e la Grecia) nel mirino della Commissione secondo cui sono altre le misure che dovrebbero essere utilizzate per aiutare il settore del turismo in crisi o le compagnia aeree, senza ledere i diritti dei consumatori.

L’Unione nazionale dei consumatori chiede le dimissioni di Franceschini

È dello spesso parere Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori che, dopo la procedura di infrazione contro l’Italia, chiede la dimissione del ministro per i beni culturali e il turismo, Dario Franceschini, «il fautore dei voucher».

«Era evidente fin dall’inizio che la normativa italiana, per quanto ritenuta impropriamente di applicazione necessaria, non poteva derogare a quella europea – continua Dona -. Abbiamo scritto al ministro del Turismo fin dal 4 marzo, chiedendogli di rivedere questa regola assurda dei voucher, controproducente per le stesse agenzie di viaggio, visto che nessuno prenota le vacanze o un viaggio se poi, in caso di annullamento, non può riavere i soldi. Ma non c’è stato verso». «Ora – conclude – vanno restituiti i soldi a tutti i consumatori o scatteranno azioni legali a raffica».

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