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Focolaio in Veneto, morto il paziente zero serbo. Zaia: «Segnalato alla Procura il diffusore del contagio»

04 Luglio 2020 - 13:38 Olga Bibus
L'"untore" si trova ricoverato in terapia intensiva, intubato. Appena riaperte le frontiere, l'imprenditore è partito per un viaggio di lavoro in Serbia con un operaio

«C’è poco da fare: con qualcuno la soluzione non può che essere il Trattamento sanitario obbligatorio, il Tso. Anzi, io sarei per il carcere». Il governatore del Veneto,  Luca Zaia, è furioso per il comportamento irresponsabile di alcuni concittadini, in particolare dell’imprenditore di un’azienda vicina a Vo’ Euganeo che avrebbe riportato in Veneto un nuovo focolaio. Nella mattinata di sabato Zaia ha annunciato che sarà presentata una segnalazione alla Procura di Vicenza per valutare eventuali profili di colpevolezza da parte della persona che pur sapendo di essere positivo ha diffuso il contagio in Veneto.

«Ieri abbiamo parlato di un cluster, di un focolaio, con 5 positivi. Nonostante qualcuno abbia buttato benzina sul fuoco, ricordo che abbiamo importato il virus da una persona che è andata in Serbia e ce lo ha riportato», ha ripetuto il governatore. «Il Veneto non ha mai ripreso l’onda dei contagi. Vedo che c’è una sorta di volontà – ha dichiarato – a livello nazionale che non è tanto coerente con quanto accaduto. Il virus non è nato in Veneto».

Gli spostamenti

A ricostruire gli spostamenti “dell’untore” la task force veneta anti-Coronavirus, come riportano questa mattina i principali quotidiani. Appena riaperte le frontiere, l’uomo è partito per un viaggio di lavoro in Serbia con un operaio. Qui sarebbe venuto in contatto con un 70enne poi risultato positivo e che, stando a quanto riferito dal governatore, sarebbe deceduto. In Italia sarebbe tornato il 20 giugno, per poi ripartire con altri due operai e tornare di nuovo in Veneto il 25. Subito dopo il ritorno, ha iniziato ad avvertire i primi sintomi: 38 di febbre, malessere generale. Questo non gli ha impedito di continuare a lavorare, spostarsi tra diversi paesi vicini a Vo’, andare a un funerale e a una festa di compleanno.

Le conseguenze

Poi la decisione di sottoporsi al tampone: positivo. I medici lo vogliono ricoverare, ma lui rifiuta. Per convincerlo è intervenuto il sindaco del suo paese. Adesso l’uomo si trova ricoverato in terapia intensiva, intubato. Come conseguenza delle sue azioni: 5 positivi, 89 persone in isolamento, ma il numero potrebbe aumentare. Si attendono infatti i risultati di alcuni tamponi delle persone che sono venute in contatto con gli operai che hanno viaggiato con lui. Il primo operaio ha partecipato anche lui a una festa di compleanno al ritorno dalla Serbia.

Zaia chiede l’intervento del governo

Il governatore Zaia ha annunciato nuove misure per lunedì: «Farò un’ordinanza che serra il più possibile le maglie dell’isolamento fiduciario. Deve essere chiaro che il mettere a repentaglio la salute ha anche dei costi sanitari pesanti: se hai deciso di farti male da solo, non è giusto che la comunità paghi per te». Ma chiede anche l’intervento del governo, in un’intervista al Corriere della Sera dice: «Bisogna inasprire le pene. Non sono un giurista, ma di fronte alla scelta deliberata di mettere a repentaglio in maniera molto seria la salute, anzi, la vita di altre persone, io sono per il carcere».

Foto copertina generica: Ansa | test a Vo’ Euganeo, 23 febbraio 2020

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