Omicidio Vannini, il figlio di Ciontoli: «Papà parlò di uno scherzo». La madre di Marco: «Parole vergognose» – I video

«Cinque anni che lottiamo per la verità. Continuano a girare il coltello nella ferita», ha detto la madre del 20enne ucciso a maggio del 2015

Si è aperto oggi il procedimento bis di secondo grado per l’omicidio di Marco Vannini, il 20enne ucciso il 17 maggio 2015 da un colpo di pistola. Il 7 febbraio la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado che condannò Antonio Ciontoli a 5 anni di carcere per omicidio colposo. «Ci aspettiamo giustizia e verità per Marco», ha detto la madre Marina Conte. Vannini era stato ucciso mentre si trovata nella casa della fidanzata di Ladispoli.


«Mio padre diceva che Marco si era spaventato per uno scherzo, e io gli credetti perché non c’era nessuna ragione per non farlo. Non c’era niente che mi spingesse a non credere in quello che mio padre chiamò “colpo d’aria”, del cui significato non mi interessai più di tanto essendo stato solo uno scherzo». A dirlo è Federico Ciontoli, figlio di Antonio, imputato nel processo.

«Gli credetti perché mio padre si comportava proprio come se stesse gestendo uno spavento – aggiunge in una dichiarazione spontanea in aula- ossia alzando le gambe e rassicurando. Il tipo di scherzo che aveva causato lo spavento, in quel momento non era una preoccupazione per me», dice Ciontoli all’epoca 23enne.

«Se avessi voluto nascondere qualcosa – ha aggiunto – perché avrei chiamato subito l’ambulanza di mia spontanea volontà dicendo che Marco non respirava e perché avrei detto a mia madre che non mi credevano e di fare venire i soccorsi immediatamente? Vi prego: non cadete in simili suggestioni che sono totalmente contraddette dalla realtà», ha spiegato Ciontoli. Parole che però la madre ha definito vergognose: «Neanche una parola per Marco. Ancora non riescono a capire – ha detto Marina Conte – che è morto un ragazzo di 20 anni. Continuano a girare il coltello nella ferita».

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