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Anthony Fauci: «Virus più debole? Chi lo dice forse se lo augura. L’Italia? Ha fatto un buon lavoro»

09 Luglio 2020 - 10:33 Redazione
Il consulente della Casa Bianca parla al Corriere della Sera e si inserisce nel dibattito, anche tra gli esperti italiani, sulla pericolosità del virus. Secondo l'infettivologo, non ci sono elementi che sia diventato più debole

«Negli Stati Uniti abbiamo un problema, perché la nostra epidemia non è sotto controllo». È questo il giudizio di Anthony Fauci, il virologo consigliere dell’amministrazione Trump, l’uomo in prima linea nella gestione dell’emergenza sanitaria negli Usa». «Alcuni Stati nel riaprire il territorio, hanno allentato le restrizioni troppo velocemente – dice lo scienziato al Corriere della Sera – e così molte persone, per lo più giovani, non hanno seguito le linee guida, affollando bar e ristoranti. Il risultato è un aumento delle infezioni in Stati come California, Arizona».

Sulle polemiche nostrane e la gestione dell’emergenza Fauci è sicuro che il virus non stia diventando più debole. Agli scienziati che sostengono, in Italia soprattutto il primario del San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo, il contrario dice: «Immagino che sia solo un auspicio». Sull’Italia il giudizio è positivo: «Ha fatto un buon lavoro».

In questi mesi il nome del dotto Fauci è stato associato al suo scontro dietro le quinte con il presidente americano Donald Trump i cui comportamenti sono stati spesso considerati incoerenti: «Tutti dovrebbero fare le cose che sono necessarie per contenere la diffusione del virus – dice Fauci – Non voglio puntare il dito contro nessuno, salvo dire che noi scienziati abbiamo raccomandato a chiunque, non importa a quale livello si trovi, di attenersi ai principi della buona prevenzione».

Ora gli Stati Uniti hanno presentato la domanda ufficiale per l’uscita dall’Organizzazione mondiale della Sanità ma per Fauci si tratta di un istituto che – pur necessitando di miglioramenti – rimane fondamentale e di cui «il mondo ha bisogno».

Infine, sulle frizioni tra Unione europea e Stati Uniti sulla chiusura delle frontiere ai viaggiatori americani Fauci è d’accordo con Bruxelles: «Posso capire perché lo stanno facendo. Certo il tasso di infezione in altri Paesi è ora più alto rispetto a quello che si registra in Italia o nell’Unione europea. All’inizio ci siamo regolati così anche noi, bloccando i viaggiatori in arrivo dalla Cina e poi dall’Europa».

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