La protesta delle prostitute ad Amburgo per la riapertura delle case chiuse: «Le camere dei bordelli non sono assembramenti»

Nel quartiere a luci rosse della città tedesca 400 prostitute sono scese in strada per manifestare contro lo stop prolungato imposto dalla pandemia

Con la riapertura in Germania di bar e ristoranti, anche le prostitute e gli operatori delle case chiuse chiedono di poter tornare al lavoro. Ad Amburgo l’industria del sesso è scesa in strada per protestare contro la crisi che ha toccato il loro settore e sul lungo stop causa Coronavirus ancora in vigore che non ha permesso la riapertura delle case chiuse.


Sabato sera 400 prostitute hanno manifestato nella Herbertstrasse, una delle vie a luci rosse più famose della città tedesca. In Germania, dove la prostituzione è legale, le prostitute affermano che è ingiusto per loro essere private ​​dei propri mezzi di sussistenza, nonostante il loro lavoro non rappresenti un rischio per la salute.


«La professione più antica del mondo ha bisogno del tuo aiuto», recitava un cartello appeso alla finestra di un bordello. Un altro diceva: «Il lavoro sessuale non può diventare illegale a causa del Coronavirus». Oppure: «Le camere dei bordelli non sono assembramenti». A organizzare la protesta è stata un’associazione tedesca che raccoglie prostitute e operatori dell’industria del sesso. Nel Paese si stima che, secondo i dati del 2018, circa 32.800 persone lavorano come prostitute.

L’organizzazione ha affermato che rispetto alle misure di sicurezza sarebbe facile richiedere l’uso di mascherine, ventilare le stanze e prendere la temperatura dei visitatori. Come richiesto per le altre attività. «La prostituzione non comporta un rischio maggiore di infezione rispetto ad altre attività, come massaggi, cosmetici o persino danza o sport di contatto», è la posizione dell’associazione che puntualizza come «l’igiene faccia parte del lavoro».

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