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L’idea di Cathy La Torre: «Io sindaca di Bologna con un assessorato alla solitudine e l’educazione sentimentale nelle scuole» – L’intervista

17 Luglio 2020 - 07:09 Fabio Giuffrida
cathy la torre
cathy la torre
Avvocata e attivista Lgbtq+, Cathy La Torre spiega, in un'intervista a Open, come vorrebbe cambiare la sua città, al fianco dei più deboli, dei giovani che non trovano stanze in affitto e degli anziani che chiedono solo di essere ascoltati

Un assessorato alla solitudine, l’educazione sentimentale per i bambini fino ai 6 anni ma anche massimo sostegno ai giovani che non riescono più a trovare una stanza in affitto, ai lavoratori che sono in cassa integrazione ma che continuano comunque a lavorare. Queste le idee di Cathy La Torre, avvocata e attivista Lgbtq+, che a Open spiega il suo progetto per Bologna.

Il suo sogno? Indossare la fascia tricolore, amministrare la sua città a patto che il centro-sinistra decida di indire le primarie. «Altrimenti continuerò a fare l’avvocata» frena subito.

39 anni, siciliana di origine e bolognese di adozione, per metà italiana e per metà americana, è stata vicepresidente del Movimento Identità Trans, ha fondato GayLex, la rete degli avvocati e attivisti contro l’omotransfobia, è stata consigliera comunale “a Bologna e ha lanciato la campagna online “Odiare ti costa”, un’iniziativa che offre assistenza legale a chi è stato vittima di diffamazione sul web.

«Cara Bolo ti scrivo»

La raggiungiamo al telefono tra un’udienza in tribunale e l’inaugurazione di una panchina “sociale”. Non sta un attimo ferma. «Sto pensando di allestire in tutta la città delle cassette postali in cui i cittadini potranno lasciare dei bigliettini sui quali appuntare consigli e critiche. La campagna si chiamerà “Cara Bolo ti scrivo”. La mia città, infatti, dopo il Coronavirus è cambiata tantissimo, c’è necessità di ascoltare tutti, dagli over 65 ai ragazzi. Pensate che ci sono tantissime botteghe chiuse, 3mila persone che hanno richiesto buoni pasti per Covid-19, studenti che non trovano più stanze in affitto e di contro 4mila case sfitte. Ci sono anche ragazzi che non riescono a lavorare perché non possono permettersi di pagare 250 euro al mese per uno spazio in co-working. La soluzione c’è: basterebbe usare gli spazi pubblici».

L’educazione sentimentale

Cathy La Torre sa bene che la sua candidatura – qualora dovesse andare in porto – farebbe certamente discutere: «Sto pensando, oltre a un assessorato alla solitudine, anche a un’educazione sentimentale nelle scuole. Perché c’è chi pensa che un ragazzo, per corteggiare una donna, debba per forza trattarla male? Perché un ragazzo deve necessariamente preferire l’azzurro al rosa per piacere a una donna? Sono tutte gabbie, pregiudizi. Per questo ritengo che si debbano educare i bambini, nella fascia 0-6, spiegando loro che, se vogliono fare danza e non calcetto, ad esempio, hanno tutto il diritto di farlo».

«A Bologna non va tutto bene»

L’avvocata, quindi, si rivolge a tutti, non solo alla comunità Lgbtq+: «A volte torno a casa e mi dico “chi me lo fa fare?”. E poi penso: amo troppo la mia città, ho un forte desiderio di fare politica, di spendermi per la mia Bologna. E non è vero che da noi va tutto bene. Di cosa ho paura? Non di chi mi odia ma del “fuoco amico”».

La legge contro l’omofobia

Infine, impossibile non parlare della legge Zan, quella contro l’omofobia, osteggiata dal popolo della famiglia, dalla destra e dalla Chiesa (c’è persino il parroco che ha organizzato la preghiera contro il dl): «Chi scende in piazza contro i diritti di qualcuno “non ha un caz*o da fare” nella vita. Noi, invece, non togliamo niente a nessuno. Anzi, chiariamoci. Potranno continuare a dire tutto quello che vogliono ma, nel caso di insulti o aggressioni, se la discriminazione è legata direttamente all’orientamento sessuale, avranno una pena maggiore. Niente di più».

Foto in copertina da Facebook | Cathy La Torre

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