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Che cosa sta succedendo tra gli Stati Uniti e la Cina e perché è stato chiuso il consolato di Houston

L’ambasciata cinese a Washington denuncia di aver ricevuto minacce di morte e di attentati «a causa della stigmatizzazione intenzionale e della diffusione dell’odio da parte degli Stati Uniti»

C’è un nuovo tassello nell’scalation dei rapporti tra Washington e Pechino. Ieri, 22 luglio, gli Stati Uniti hanno ordinato la chiusura del consolato cinese di Houston, in Texas, accusando Pechino di spionaggio industriale. «Il consolato cinese era un covo di spie», ha twittato Marco Rubio, a capo della Commissione intelligence del Senato statunitense. La Cina ha rispedito al mittente le accuse.


Si tratta di «una provocazione unilaterale fatta dagli Stati Uniti contro la Cina – ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin – e di una grave violazione delle leggi internazionali. È un tentativo deliberato di minare le relazioni tra Cina e Usa». A quello di Houston inoltre potrebbero aggiungersi altri consolati, ha minacciato Donald Trump che ha detto: «È possibile che ne chiuderemo altri».


La risposta di Pechino

«Da un po’ di tempo gli Usa hanno attaccato e lanciato una campagna diffamatoria contro la Cina e creato senza ragione problemi al personale dei consolati cinesi: è un’escalation senza precedenti», ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Wang, aggiungendo che Pechino «condanna con forza la mossa e chiede agli Usa di correggere immediatamente i suoi errori. In caso contrario, la Cina prenderà le sue legittime e necessarie contromisure». Tra queste potrebbe esserci la chiusura del consolato americano a Wuhan.

Un’iniziativa che aumenta la tensione tra le due superpotenze, non solo dopo lo scoppio della pandemia, ma anche a seguito delle vicende che riguardano Huawei, la controversa legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong e la repressione della minoranza uigura nello Xinjiang.

L’incendio

Secondo i media di Houston, vigili del fuoco e polizia erano stati chiamati martedì sera al consolato cinese a causa della segnalazione di documenti dati alle fiamme nel cortile della struttura. La polizia della città texana aveva anche riportato su Twitter che era stato rilevato del fumo, ma che agli agenti «era stato negato l’accesso all’edificio» in quanto il consolato è considerato “territorio di Pechino”.

Minacce di morte all’ambasciata cinese

Dopo l’ordine inviato dall’amministrazione americana, la Cina ha rilevato di aver ricevuto minacce di morte e di attentati contro la sua ambasciata a Washington. E la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying incolpa gli Usa per aver creato un clima d’odio. «A causa della stigmatizzazione intenzionale e sconsiderata e della diffusione dell’odio da parte degli Stati Uniti, l’ambasciata cinese negli Usa – si legge in un comunicato – ha ricevuto più volte minacce a sicurezza e protezione delle missioni e del personale diplomatico cinesi».

Il portavoce del ministero ha affermato che, nello stesso tempo, gli Stati Uniti hanno anche intimidito e interrogato studenti cinesi presenti negli Usa, sequestrato i loro dispositivi elettronici personali, e posti in arresto senza motivo. Nelle ultime ore una ricercatrice cinese di biologia, Tang Juan, è stata accusata dall’Fbi di aver mentito sui suoi legami con l’Esercito di liberazione popolare per avere il visto Usa e di essersi rifugiata, una volta scoperta, nel consolato cinese di San Francisco.

Immagine copertina: Vigili del fuoco al consolato cinese in Texas, Bbc

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