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«No alla regolarizzazione dei migranti economici. Più rimpatri, anche con le navi»: il piano di Lamorgese per fermare gli sbarchi

01 Agosto 2020 - 08:03 Olga Bibus
«Non c'è alcuna possibilità di regolarizzazione per chi è arrivato in Italia dopo l'8 marzo 2020», dice la ministra. E promette entro domani la prima nave per la quarantena dei migranti

La prima nave per la quarantena dei migranti arriverà entro domani, 2 agosto, mentre è già partita la ricerca della seconda imbarcazione. Ad annunciarlo è la ministra dell’Interno. In un’intervista al Corriere della Sera Luciana Lamorgese presenta il suo piano per fermare gli sbarchi che in queste ore stanno allarmando cittadini e governatori, a causa del pericolo del contagio da Coronavirus.

A preoccupare sono soprattutto gli sbarchi dalla Tunisia, aumentati nei giorni scorsi. Se il ministro Luigi Di Maio vuole bloccare le partenze, Lamorgese punta su maggiori rimpatri: con gli aerei, ma anche via mare. «Ho incontrato a Tunisi il ministro dell’Interno e il presidente della Repubblica. Abbiamo concordato per agosto un incremento dei rimpatri su voli bisettimanali. E abbiamo sollecitato modalità più flessibili per i rimpatri con l’utilizzo per esempio di navi», dice la ministra.

Inoltre tra le misure sul tavolo c’è quella di negare la regolarizzazione ai migranti economici: «Sappiano che non c’è alcuna possibilità di regolarizzazione per chi è arrivato in Italia dopo l’8 marzo 2020». «Capisco le preoccupazionni delle comunità locali», afferma Lamorgese in merito agli allarmi che sono scattati nelle scorse ore dopo le fughe dei migranti dai centri di accoglienza.

Per far fronte all’emergenza il governo ha mobilitato l’esercito: «Non possiamo permetterci di abbassare la guardia», dice. Ma ai governatori e ai cittadini ricorda: «Il pericolo del contagio riguarda tutti gli arrivi, non solo quelli via mare. Anche tutti coloro che giungono in Italia da turisti o per motivi di studio».

Per quanto riguarda infine il nuovo decreto Sicurezza, sui cui la maggioranza avrebbe raggiunto un accordo, non senza malumori, la ministra afferma: «L’intesa c’è, ora inizia la fase di confronto con gli enti territoriali per valutare i profili del nuovo sistema di accoglienza».

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