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Il virologo Palù: «In Italia gira un ceppo particolarmente contagioso. Con il Coronvirus conviveremo per generazioni»

04 Agosto 2020 - 08:47 Olga Bibus
Secondo l'ex presidente della società europea di virologia, il vaccino sarà disponibile per l'intera popolazione almeno tra due anni. E sul dibattito tra esperti: «C'è chi drammatizza e chi minimizza, io non faccio il tifo»

Giorgio Palù, ex presidente della società europea di virologia e attualmente docente dell’Università di Padova, mette subito in chiaro: nel dibattito tra cauti e ottimisti non si identifica né con gli uni né con gli altri. «C’è chi drammatizza e chi minimizza, io non faccio il tifo», dice in un’intervista a La Stampa. E in effetti se da un lato contraddice il “cauto” Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, che sostiene che i nuovi focolai non siano causati dall’immigrazione, dall’altro non sposa nemmeno la teoria di Alberto Zangrillo, primario del San Raffaele, per cui il virus ha perso di carica virale.

«I nuovi contagiati? Solo il 5 per mille finisce in rianimazione»

«Rispetto al virus iniziale di Wuhan quello che gira in Italia ha un’unica mutazione dimostrata: è più contagioso. Non sappiamo ancora se successivi sviluppi lo abbiano reso meno virulento. Per ora dobbiamo pensare che ogni cambiamento non è dovuto al virus, ma all’ambiente e alle protezioni, che è bene mantenere», dice Palù. I nuovi focolai? Vengono soprattutto dall’estero – Africa e Balcani -, solo in alcuni casi sono anche autoctoni. Per quanto riguarda l’identikit dei nuovi contagiati: asintomatici e under 40. «Solo il 5 per mille finisce in rianimazione e rischia la morte, sopra i 75 anni», dice Palù. Secondo il virologo lo scenario più probabile è che il virus continui a circolare senza diventare ancora più virulento.

Sui tempi stana ogni ottimismo: «Conviveremo con questo virus per generazioni». Per questo è vietato abbassare la guardia, «soprattutto fino al vaccino» che però, secondo lo scienziato, sarà disponibile per tutta la popolazione almeno tra due anni. Per sconfiggere i nuovi focolai, che definisce «pericolosi», propone di rendere obbligatoria l’app Immuni e tracciare i contatti dei positivi, «senza limiti di privacy». Non vede però il pericolo della seconda ondata in vista della riapertura delle scuole. A proposito cita un articolo di Le Scienze, secondo cui i bimbi sono meno contagiosi. La sua ricetta per il ritorno in classe? Distanze, aerazione, insegnanti con la mascherina, studenti senza.

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