In Bielorussia vince Lukashenko, scontri nel Paese: ucciso un manifestante, scomparso un reporter russo. Tikhanovskaya: «Non riconosciamo i risultati»

Nel bilancio delle proteste si conta un morto, 3mila fermati e decine di feriti. Dalla Russia il quotidiano Meduza ha denunciato la scomparsa di un suo reporter, Maxim Solopov, picchiato dalle forze di polizia mentre stava documentando gli scontri

L’opposizione bielorussa rigetta con forza il risultato delle urne che hanno visto la riconferma di Lukashenko con l’80% dei voti. «Non riconosciamo i risultati delle elezioni. Abbiamo visto i dati reali degli spogli. Chiediamo a coloro che credono che la loro voce sia stata rubata di non tacere», ha detto in conferenza stampa la candidata per l’opposizione Svetlana Tikhanovskaya. «Spero che non ci siano violenze se la gente vuole scendere in piazza: continueremo a cercare di condurre un dialogo con le autorità», ha aggiunto.


Dopo una ventina di ore continua inoltre a non esserci traccia di Maxim Solopov, l’ inviato speciale in Bielorussia della testata indipendente russa Meduza (con sede in Lettonia). Nessuno è in grado di mettersi in contatto con lui e, stando a quanto denuncia un altro media russo, Daily Storm, è stato picchiato dalle forze di sicurezza mentre stava documentando gli scontri a Minsk. «L’ultima volta che siamo stati in contatto con Solopov era vicino al teatro Maxim Gorky: ha riferito che la polizia stava bloccando la gente nella zona, sparando gas lacrimogeni e arrestando violentemente i manifestanti».


Nel frattempo, un manifestante è stato ucciso negli scontri a Minsk e il numero delle persone fermate dalla polizia è arrivato a 3mila. Secondo il ministero dell’Interno oltre 50 civili e 39 agenti sono rimasti feriti negli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. E una persona è morta. Il presidente Alexander Lukashenko ha detto che i manifestanti e le proteste erano dirette dall’estero: «I servizi speciali hanno registrato chiamate dalla Polonia, dalla Gran Bretagna e dalla Repubblica Ceca», ha dichiarato il capo di Stato.

E mentre il presidente cinese Xi Jinping si è congratulato con Lukashenko per la vittoria, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha scritto su Twitter che «non c’è posto in Europa per chi bersaglia e reprime con violenza chi protesta pacificamente. I diritti fondamentali in Bielorussia devono essere rispettati». Von der Leyen ha chiesto alle autorità di «assicurare che i voti dell’elezione di ieri siano contati e pubblicati accuratamente».

I risultati

Aleksandr Lukashenko è stato riconfermato presidente della Bielorussia con l’80,23% dei voti. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa statale. La sua sfidante, Svetlana Tikhanovskaya, si sarebbe fermata al 9,9%. Si tratta di risultati parziali, per quelli ufficiali bisognerà attendere il 19 agosto. I sostenitori della 37enne Tikhanovskaya hanno denunciato fin da subito brogli elettorali.

Chi è Svetlana Tikhanovskaya

Il profilo Instagram ufficiale della sua campagna elettorale ha come foto profilo ancora quella di suo marito. Anche il nome è di Serghei Tikhanovsky. Scorrendo gli ultimi post compare invece il volto di Svetlana: occhi scuri, capelli castani, sguardo profondo. Una pagina social che per certi aspetti è lo specchio della sua campagna elettorale: fino a poco tempo fa Svetlana Tikhanovskaya era una timida presenza ai convegni del marito, oggi è l’unica vera sfidante di Lukashenko. Svetlana, ex insegnante d’inglese di 37 anni, è scesa in campo dopo l’arresto del marito, blogger e oppositore politico, definito il Navalny bielorusso.

Screenshot del profilo Instagram della campagna elettorale Svetlana Tikhanovskaya

In Bielorussia ieri, 9 agosto, 6,8 milioni di elettori sono stati chiamati a scegliere il presidente. L’esito era prevedibile, ma tra gli analisti c’era qualcuno che, questa volta, non lo dava per scontato. Lukashenko, al potere dal ‘94, correva per il suo sesto mandato. A sfidarlo dovevano essere, appunto, Serghei Tikhanovsky, l’imprenditore Viktor Babariko e il diplomatico Valery Tsepkalo. Ma tutti e tre sono fuori gioco: i primi due in carcere, il terzo è fuggito in Russia, dopo che gli è stata negata l’autorizzazione a candidarsi.

Ansa | Svetlana Tikhanovskaya insieme a Veronika Tsepkalo e Victor Babariko.
2 agosto 2020

Tre donne hanno preso il loro posto. Svetlana era la candidata ufficiale. La moglie di Tsepkalo, Veronika, l’ha accompagnata ai comizi insieme a Maria Kolesnikova, manager della campagna elettorale di Babariko. La foto di loro tre insieme è diventata il simbolo delle elezioni. Batka (padre), come Lukashenko ama farsi chiamare nel Paese, ha lasciato che Svetlana scendesse in campo per dare una parvenza di legalità alle elezioni, visto che da anni osservatori interni e internazionali denunciano brogli elettorali.

La 37enne è consapevole che questo ha giocato a suo vantaggio. «Mi consideravano la rivale più debole, erano certi che avrei fallito», ha detto in un’intervista. «Una donna al potere? Poverina, sverrebbe», aveva detto Lukashenko senza ostacolarne la candidatura.

Ma Svetlana ha finito per essere un avversaria più temibile del previsto. A fine luglio, a Minsk, è riuscita a raccogliere 60mila persone, dando vita alla più grande manifestazione anti governativa della storia della Bielorussia. Tikhanovskaya non ha un vero programma elettorale. Il suo scopo è mettere fuori gioco Lukashenko per liberare i prigionieri politici, quindi il marito, e indire nuove elezioni. «Non sono una politica, voglio solo indietro la mia famiglia e tornare a friggere le mie cotolette», ha detto in uno dei suoi comizi. Per candidarsi, ha mandato i suoi due figli di 10 e 4 anni all’estero, li ha voluti mettere al sicuro. Lei stessa ha denunciato di ricevere continue minacce.

Ansa | Comizio di Svetlana Tikhanovskaya a Minsk, Bielorussia
30 luglio 2020

Lukashenko, da parte sua, ha perso l’appoggio di Vladimir Putin. L’ultimo atto di una serie di tensioni tra i due Paesi è stato l’arresto in Bielorussia di 33 russi accusati di fare parte della compagnia di Wagner. Inoltre il consenso interno del presidente uscente era ai minimi per la crisi economica unita a una pessima gestione dell’emergenza Coronavirus, a lungo negata e minimizzata.

Nel Paese i sondaggi sono vietati, e uno dei pochi metodi per misurare il sentiment dei cittadini è osservare la piazza di Internet. A luglio, Tihanovskaya aveva superato Lukashenko in termini di like e condivisioni su YouTube: 8.427.853 di visualizzazioni per lei contro i 6.726.760 del presidente uscente. Secondo uno studio dell’opposizione, Lukashenko era addirittura dato al 3%.

Tanto che i graffiti con la scritta “Tre per cento” sono comparsi in tutta la capitale, alcuni attivisti sono scesi in piazza indossando una maglietta con la stessa scritta e sui social sono diventati virale i meme. Decisamente diversi i dati dell’unico sondaggio diffuso, commissionato dalla tv statale Ont, che dava il presidente uscente al 72,3%.

Brogli oppure no, quello che è certo è che ora l’ultimo dittatore aveva paura di una casalinga 37enne. Negli ultimi giorni della campagna elettorale, a Svetlana sono stati negati i comizi in piazza con le scuse più varie: all’improvviso a Minsk non c’erano più spazi da utilizzare perché «già prenotati» o «in manutenzione», così le autorità hanno giustificato il rifiuto.

Ma i bielorussi sono scesi in strada lo stesso, con la consapevolezza del rischio di finire in galera. Come Maria Moroz, braccio destro di Tihanovskaya, che è stata fermata e portata in prigione. A Svetlana sono stati persino negati gli spazi sui cartelloni e sulla tv pubblica è praticamente assente.

Ma lei non perde la speranza e su internet continua a fare appelli e parlare alla popolazione. Novaya Gazeta ha definito la storia di Svetlana Tihanovskaya «puro Hollywood», ma la candidata alle presidenziali tira dritto per la sua strada, perché «per i bielorussi nulla è impossibile», ha detto nell’ultimo video pubblicato su Instagram.

Foto copertina: EPA/TATYANA ZENKOVICH

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