Viviana Parisi, la pista dell’incidente-suicidio e quel buco di 10 minuti: i punti ancora oscuri sulla morte della dj e la scomparsa di Gioele

L’ultima ipotesi al momento è che Gioele, a seguito dell’incidente, sia morto. Così, in preda al panico e avendo mentito al marito sulla destinazione del viaggio, Viviana prima avrebbe occultato il cadavere del figlio e poi si sarebbe tolta la vita

Ancora tanti, troppi, i punti che non tornano sulla morte di Viviana Parisi e sulla scomparsa del figlio Gioele. Ormai sembra essere esclusa la pista dell’omicidio: nessuno l’avrebbe spinta dal traliccio, la dj sarebbe caduta o si sarebbe gettata, e così è morta, secondo l’ultima ipotesi dei pm. Sembra chiarito invece il punto se il figlio fosse con lei nel momento dell’incidente. A testimoniarlo le ricostruzioni basate sui filmati delle telecamere di videosorveglianza, che hanno portato i magistrati a sostenere che Gioele fosse vivo in macchina con la madre quando è uscita a Sant’Agata e anche quando poi è rientrata in autostrada. Le indagini dunque ora si concentrano sull’incidente con il camion, rimane un mistero quello che è accaduto dopo.


La menzogna, l’incidente, l’occultamento e il suicidio

L’ipotesi più accredita è che, a seguito dell’incidente, il piccolo Gioele si sia ferito o sia morto e così, in preda al panico, la donna – che intanto aveva mentito al marito sulla destinazione del suo viaggio – avrebbe occultato il corpo del figlio e poi si sarebbe tolta la vita. «Non avrebbe mai fatto del male al bimbo», racconta chi la conosce bene, nonostante il periodo di depressione che stava attraversando. A causa del Covid, infatti, Viviana non aveva potuto raggiungere i suoi familiari, che abitano a Torino. Non stava passando un periodo semplice, complice anche il lockdown.


I testimoni fantasma

Ma perché i testimoni che l’avrebbero soccorsa, o che comunque l’avrebbero vista scendere dall’auto, non si stanno facendo avanti? Si sa che Viviana Parisi, in autostrada, avrebbe urtato contro un furgone e che, poi, si sarebbe fermata scendendo dall’auto. In braccio aveva il figlio? Qui le testimonianze si fanno confuse e i testimoni “chiave” – si parla di persone con un accento del Nord che hanno chiamato il 112 – sembrano essere spariti, nonostante gli appelli disperati del marito della donna e del procuratore di Patti, Angelo Cavallo, che adesso parla di un “buco” di 10 minuti.

Gioele era in auto, forse senza cintura

Resta da capire soprattutto se Gioele si trovasse nel seggiolino dietro al guidatore oppure accanto alla madre e soprattutto se fosse assicurato o libero di muoversi in auto. Dalle prime ricostruzioni, sembrerebbe che il piccolo non avesse la cintura e che si trovasse sul sedile posteriore. Del bimbo non c’è traccia, nonostante giorni di ricerche. Per gli inquirenti, il potrebbe essere stato sepolto, per questo è stato mobilitato anche un geologo forense per aiutare nelle ricerche.

Tutti gli altri interrogativi

Perché Viviana non ha detto tutta la verità al marito? Perché non gli ha spiegato che stava andando, forse, alla Piramide della Luce della Fiumara d’Arte, un luogo “mistico”? Prima della scomparsa, tra l’altro, avrebbe chiesto dove si trovava l’opera e, forse, essendo lontana da casa, avrebbe preferito non raccontarlo al marito. «Vado con Gioele a Milazzo a prendergli un paio di scarpe», queste le sue ultime parole. Quelle scarpe, in realtà, non andrà mai a prenderle. Infine, perché è uscita senza cellulare? Per non farsi contattare o, più semplicemente, perché lo ha dimenticato a casa? Con sé aveva, ad esempio, carte e soldi, ma non ha pagato il pedaggio dell’autostrada. Altro elemento che si aggiunge all’elenco degli interrogativi.

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