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Coronavirus, rave party con 1.500 persone nel Cremonese. Il sindaco: «Temiamo contagi. Perché nessuno interviene?»

17 Agosto 2020 - 19:38 Valerio Berra
Il rave non autorizzato è cominciato la notte di Ferragosto in una cascina poco lontana dal centro abitato. Il vicesindaco contro la Prefettura: «Sconcertante, ha ordinato di non intervenire»

Spino d’Adda è un paese nella provincia di Cremona e conta poco meno di 7mila abitanti. Nonostante si trovi in Lombardia, la Regione più colpita in Italia dal Coronavirus, è riuscito ad attraversare la pandemia quasi indenne: negli scorsi mesi i casi registrati sono stati solo 40. Nonostante questo, un evento delle ultime ore ha cominciato a sollevare la preoccupazione dei cittadini. La notte di Ferragosto è cominciato nel paese un rave party al quale hanno preso parte oltre 1.500 persone. E che è ancora in corso.

A confermare i dati a Open è Luigi Poli, sindaco del paese: «Ovviamente è solo una stima e riguarda principalmente i primi giorni, quando c’erano più persone. Il rave continua dalla notte di Ferragosto e non si è ancora fermato anche se, dalla mattina del 17 agosto, molti stanno già andando via».

I giovani presenti non sono di Spino d’Adda. Molti provengono da altre Regioni, alcuni anche dall’estero. Non tutti però sono stati identificati: «Le persone fermate non sono di qui. Venivano tutte da fuori. Adesso valuteremo se identificare quelle rimaste».

La segnalazione alla Prefettura e i tamponi dopo la festa

Il rave party è cominciato all’improvviso, senza che nessuno sul territorio si accorgesse di quello che stava per succedere. A spiegarlo è sempre il sindaco Poli: «È la prima volta che un evento del genere si verifica sul nostro territorio. Ci siamo accorti la notte di Ferragosto, quando ha cominciato a sentirsi il rumore. Loro poi non erano in centro al paese, hanno scelto una zona di campagna». Una cascina poco lontana dal centro abitato.

Dalle prime segnalazioni però è passato del tempo e la Prefettura, almeno formalmente, non è intervenuta: «Non so esattamente perché. Noi avevamo contattato il 112 ed erano presenti pattuglie della polizia di Stato e dei carabinieri. Abbiamo sollecitato qualche intervento. Ora penseremo a cosa fare per verificare eventuali contagi».

Più duro il vicesindaco Enzo Galbiati che, come riporta il quotidiano locale Il Giorno, ha dichiarato: «Sconcertante la decisione della Prefettura che ha ordinato di non intervenire. Sono preccupato per quel che può succedere dopo questo assembramento».

Foto di copertina: WIKIPEDIA | Repertorio

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