Scuola, i presidi pretendono risposte: «Quando la consegna dei banchi?». E in caso di contagio: «No alla responsabilità penale»

«Non è possibile che i dirigenti lo vengano a sapere all’ultimo momento», ha detto il presidente dell’Anp Antonello Giannelli

«I dirigenti chiedono di conoscere con urgenza il calendario di consegna dei banchi monoposto. Non è possibile che lo vengano a sapere all’ultimo momento: l’organizzazione richiede tempo». A meno di un mese dalla riapertura delle scuole è Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), a fare il punto della situazione e sottoporre al governo diversi nodi ancora da sciogliere.


«È impensabile che la mascherina sia l’unica arma di difesa dal contagio, perché sappiamo benissimo quanto sia faticoso, per gli alunni e per il personale, indossarla per ore», ha detto Giannelli, osservando come non si debbano «vanificare gli enormi sforzi profusi dai presidi, dai loro collaboratori, dal Ministero e dai suoi uffici territoriali, dagli enti locali, affinché la ripartenza avvenga per tutti nella massima sicurezza».


E sul tema delle mascherine si è espresso anche Rino Di Meglio, coordinatore del sindacato Gilda degli insegnanti: «Sarebbe utile sapere se le mascherine per il personale della scuola e per gli studenti, circa 10 milioni ogni giorno, saranno fornite dall’Amministrazione o se dovranno essere procurate da casa, come per la misurazione della temperatura», ha chiesto.

«Rivedere la responsabilità penale» dei dirigenti e predisporre «un’aula per i casi sospetti»

Intanto dall’Anp arriva anche un appello al governo per rivedere la responsabilità penale dei dirigenti: «Abbiamo chiesto prima della riapertura delle scuole di rivedere la responsabilità penale imputabile ai dirigenti scolastici in relazione alla sicurezza sugli ambienti di lavoro. Il Covid è equiparato a un incidente sul lavoro. Se il dirigente scolastico attua il protocollo sanitario allora non gli si deve imputare nulla», ha affermato Giannelli.

Il presidente dell’Anp ha poi aggiunto: «non parliamo di scudo penale, perché quello fa riferimento a soggetti che hanno commesso reati, e i presidi non sono delinquenti o malfattori». E tra le altre richieste che i dirigenti scolastici fanno al governo c’è quella di pensare a predisporre almeno un’aula in ogni scuola per accogliere gli eventuali casi sospetti di Coronavirus, come riporta il Corriere.

Speranza ai giovani: «Aiutateci. Tra meno di un mese dobbiamo riaprire scuole e università»

Intanto, un appello alla responsabilità dei giovani arriva dal ministro della Salute Roberto Speranza, che non vuole criminalizzazioni: «È a loro che chiedo una mano: aiutateci a tenere sotto controllo il contagio. Tra meno di un mese dobbiamo riaprire scuole e università in sicurezza. E non possiamo sbagliare», ha detto in un colloquio con la Repubblica.

E a proposito della chiusura di discoteche e sale da ballo Speranza ha definito la decisione «inevitabile per affrontare la sfida dell’apertura delle scuole, il vero cuore delle relazioni sociali del Paese». L’età media dei contagiati nelle ultime settimane «è scesa vertiginosamente, siamo intorno ai 39 anni e ci sono alcuni ragazzi in condizioni severe – ha sottolineato -. È chiaro che il virus fa più male ai grandi e i più giovani pagano un prezzo meno alto, ma possono portarlo a casa. Difendere loro significa difendere il Paese». La riapertura delle scuole, ha detto il ministro, «segnerà la vera fine del lockdown. Stiamo investendo risorse come non mai sulla scuola, ben vengano le assunzioni di nuovi insegnanti e i banchi nuovi».

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