Coronavirus, lo sfogo di un passeggero atterrato a Malpensa: «Sono residente in Piemonte, se non mi fanno il tampone li denuncio»

Luca Cortese è arrivato da Rodi. Si è messo in coda e ha aspettato il suo turno. Appena prima di arrivare ai gazebo gli è stato detto che non era certo che potesse fare il tampone: «Prima gli stranieri e poi i residenti in Lombardia»

Sui cartelli che anticipano i gazebo non c’è scritto nulla. Così come non ci sono riferimenti nelle indicazioni fornite ai passeggeri che arrivano a Malpensa. Molti vengono a scoprirlo solo in coda, magari dopo aver aspettato già 30 minuti. All’aeroporto di Malpensa sono stati aperti i gazebo per fare i test di controllo per chi arriva da Paesi a rischio Coronavirus ma i tamponi vengono fatti prima agli stranieri e ai residenti in Lombardia. A comunicarlo sono agenti di polizia e personale dell’aeroporto. La notizia non sempre viene accolta bene.


Luca Cortese è residente in Piemonte ed è appena tornato da una vacanza di 14 giorni a Rodi con la sua famiglia. «Abbiamo scelto Rodi anche perchè è un’isola quasi deserta in cui i casi di contagio registrati sono molto bassi. Ora, dopo esserci iscritti per il tampone e dopo aver fatto la coda, veniamo a sapere che i tamponi possono essere fatti solo ai residenti in Lombardia».


«La Lombardia non è un regno»

Una volta ricevuta la notiza, alcuni abbandonano la coda ma Luca è deciso a provare fino in fondo: «Io mi metto in fila. Se mi diranno che non si può fare chiederò perchè non era scritto al tazebao che il tampone non era per i cittadini piemontesi. Poi sporgerò querela per omissione d’atti di ufficio. Non si capisce perché non dovrebbero fare il tampone a chi risiede in una regione diversa. Magari troverò un magistrato che dice che la Lombardia non è un regno».

Mentre in aeroporto si può fare il test in tempi brevi, farlo nel proprio territorio può voler dire apettare un risultato anche per diversi giorni: «I miei suoceri ci hanno messo sette giorni per avere un tampone in Piemonte. La mia famiglia, quattro persone, potrebbe essere costretta a restare in casa tutto questo tempo prima di un test. Questo non è il modo di affrontare le cose».

Marco Trivelli: «Possiamo fare il tampone solo a un viaggiatore su cinque»

Il direttore del Welfare lombardo Marco Trivelli dopo gli episodi di questa mattina ha spiegato la posizione della regione: «Questo luogo è per tutti, non è solo per lombardi. Però ci sono delle priorità. Potendo esaminare solo un viaggiatore su cinque, ora dobbiamo farlo prima di tutto agli stranieri: una volta usciti di qui non sono rintracciabili. Poi ci sono i residenti in Lombardia».

Qualche strappo alla regola però si può fare: «Esauriti gli stranieri, come ordine ci sono i cittadini lombardi. Questa mattina però c’è stato spazio anche per cittadini di altre regioni che hanno chiesto di fare il tampone». Il sito di Sea, dove ci si registra per i tamponi, ha aggiornato intanto le sue linee guida, specificando il dato sugli stranieri e i residenti in Lombardia:

È attivo dal 20 agosto al 7 settembre, presso l’Aeroporto di Milano Malpensa un punto esecuzione tamponi denominato “COVID-19 TESTING AREA” dalle ore 09.00 alle ore 18.30, tutti i giorni, presso le Uscite 9 e 10 ove i passeggeri in sbarco, provenienti da uno dei Paesi Esteri sopra indicati, di qualunque età e residenti-domiciliati in Lombardia, oppure stranieri che soggiorneranno per oltre 96 ore in Italia, possono accedere per l’esecuzione del test.

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