Lampedusa, sbarchi continui e hotspot al collasso. La provocazione del sindaco: «Li trasferiamo noi»

«Siamo allo stremo e i turisti scappano», dice Martello. «Nell’hotspot, che potrebbe ospitare al massimo 96 persone, ce ne sono ammassate 1.400. Dov’è il distanziamento sociale? Il governo viola i suoi stessi decreti?»

A Lampedusa continuano gli sbarchi. Otto dalla serata di ieri, l’ultimo è quello di un gruppo di 17 tunisini. In totale sono 1.400 i migranti ospitati nell’hotspot e nei locali della parrocchia. Una situazione ai limiti. «Non ce la facciamo più, qui la stagione turistica è stata compromessa, c’è meno gente in strada, molti stanno cancellando le prenotazioni e i turisti non vogliono più venire perché temono di stare in mezzo ai migranti, hanno paura che ci siano sbarchi continui e che nessuno rispetti le regole (per il contenimento della pandemia del Coronavirus, ndr)», dice Totò Martello, sindaco di Lampedusa, a Open.


ANSA/GIUSEPPE LAMI | Il sindaco di Lampedusa Totò Martello

La provocazione

«La nostra pazienza ha un limite» aggiunge. E lancia una provocazione: «Se nessuno dovesse trasferirli nelle prossime ore, allora chiamerò a raccolta i miei concittadini e chiederemo ai migranti di salire sulla nave che collega l’isola di Lampedusa a Porto Empedocle. Sarà il comandante della nave a decidere dove sbarcarli, in qualche altro porto». No, «non si tratta di razzismo», dice, ma di semplice sopravvivenza visto che «non è possibile tenere nell’hotspot, che può ospitare al massimo 96 persone, 1.400 migranti. Non ci entra più nemmeno un capello. Dov’è il distanziamento sociale? Il governo viola i suoi stessi decreti?».


L’affondo al governo Conte

«O sono incapaci o sono disinteressati o vogliono che Lampedusa si faccia carico, da sola, di questo problema. Se hanno deciso che dobbiamo andarcene, ce lo dicano. Noi, però, non possiamo andare avanti così» ci spiega. Nei confronti di Lampedusa, tra l’altro, «è in atto una vera e propria campagna spietata, specialmente sui social, in cui si invita la gente a non venire. Ci dicono che siamo africani, che siamo noi a volere gli sbarchi». E intanto il turismo, linfa vitale per l’isola, è al collasso.

Molti hanno paura di trascorrere le proprie vacanze su uno dei posti più belli al mondo poiché terrorizzati dall’arrivo continuo di migranti. Ed è di ieri la polemica per l’allontanamento dall’hotspot di 40 tunisini che sarebbero andati in giro per l’isola senza indossare la mascherina: dura la protesta dei cittadini che hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine.

La lettera al premier Conte

Il sindaco di Lampedusa ha anche scritto una lettera al premier Giuseppe Conte: «Quanti migranti devono ancora essere ammassati nel centro di accoglienza per potere avviare i trasferimenti da Lampedusa? Basta con i provvedimenti tampone, basta con questo silenzio assordante: lei ed il suo governo non potete tacere di fronte a ciò che sta accadendo a Lampedusa. Non è più accettabile che la nostra isola sia abbandonata a se stessa e che il peso dell’accoglienza sia scaricato tutto sulle nostre spalle».

Foto in copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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