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L’amore per Putin, l’odio per Obama, il disprezzo per le minoranze: Trump secondo il suo ex avvocato Michael Cohen

06 Settembre 2020 - 14:35 Cristin Cappelletti
Le rivelazioni dell'ex legale del capo della Casa Bianca contenute nel libro in uscita la prossima settimana in America

In questo 2020 sembra che molti degli ex fedelissimi di Donald Trump vogliano togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Dopo John Bolton, anche Michael Cohen, ex avvocato del presidente americano, ha lanciato l’affondo sul passato di Trump. Condannato nel 2018 a tre anni da scontare in una prigione federale per uso illecito di fondi, e ora ai domiciliari, Cohen sostiene che Trump abbia provato più volte a coinvolgere la Russia nelle elezioni del 2016. Nel libro Disloyal: A Memoir, ottenuto in anteprima dal Washington Post, e che verrà pubblicato martedì, l’ex legale personale di Trump delinea un ritratto del presidente americano descrivendolo come «un imbroglione, un bugiardo, un bullo, un razzista e un predatore». In particolare, per quanto riguarda i rapporti con la Russia, l’amore di Trump per Vladimir Putin è molto più semplice da spiegare di quanto non si creda, scrive Cohen. Trump «ama i soldi e ha erroneamente identificato Putin come l’uomo più ricco del mondo».

Ma non solo. Il presidente americano sembrerebbe anche affascinato dal modo in cui l’ex agente del Kbg «ha preso controllo di un’intera Nazione e l’ha diretta come se fosse la sua azienda privata – come l’Organizzazione Trump, in effetti». Tuttavia, fa notare il Washington Post, le rivelazioni di Cohen non aggiungono nulla all’inchiesta di Robert Mueller sul Russiagate e le presunte interferenze russe nelle elezioni presidenziali del 2016. Cohen scrive che durante la campagna del 2016, Trump non ha avuto alcun riguardo per le minoranze: «Non sono il mio popolo», avrebbe detto. E ancora: «Non otterrò mai il voto ispanico» e «Vale anche per i neri: sono troppo stupidi per votare per Trump». Nel libro Cohen descrive anche l’odio ossessivo che il presidente aveva nei confronti di Obama. Una volta, mentre inveiva contro l’ex capo della Casa Bianca, Trump si sarebbe chiesto quale Paese «gestito da una persona di colore non è una m***a. Sono tutti dei cessi».

Foto copertina: Alexey Nikolsky/AFP/Getty Images

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