Usa
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Gli americani, così come tutti nel resto del mondo, dovranno convivere con la pandemia di Coronavirus ancora a lungo, perché un ritorno alla normalità non arriverà prima dei primi mesi del 2021: «Anche la fine del 2021», dice Anthony Fauci, ex capo della task force della Casa Bianca sull’emergenza sanitaria e massimo esperto di malattie infettive degli Stati Uniti.
Intervistato su Msnbc, Fauci ha ribadito che prima di tornare a fare cose che normalmente si svolgevano prima della pandemia, è necessario l’arrivo di un vaccino su larga scala: «Finché non sarà mobilitata la distribuzione delle vaccinazioni e si avrà la maggior parte della popolazione protetta, bisognerà attendere almeno la metà del 2021 o la fine del prossimo anno».
Per quanto ottimista sull’arrivo rapido di un vaccino, Fauci è preoccupato per quel che potrà accadere in autunno «che non sarà facile, dobbiamo tenere duro», a partire dai primi effetti dell’ultima festività che ha mobilitato gli americani, il Labor day dello scorso 7 settembre.
Oggi gli Stati Uniti: «stanno raggiungendo un plateau a circa 40 mila casi al giorno e le morti sono circa 1.000», un dato che rischia di aumentare e segnare quindi l’ingresso nella stagione autunnale, tipicamente accompagnata dalle malattie alle vie respiratorie, con una «linea di base così alta».
September 11, 2020
Canada
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Per la prima volta dal 15 marzo, il Canada non ha registrato vittime per Coronavirus nelle ultime 24 ore. A preoccupare le autorità sanitarie canadesi però è la ripresa dei contagi, che solo nell’ultimo giorno ha fatto salire il bilancio di altre 702 infezioni.
Un dato spinto dalla graduale riapertura alle attività e agli spostamenti in corso nelle varie province canadesi, come riporta il Guardian, a cominciare dalla ripresa delle lezioni in presenza a scuola.
Per questo negli ultimi giorni, alcune realtà locali hanno deciso di tornare sui propri passi. Per esempio nella British Columbia, dove sono state ripristinate alcune limitazioni agli spostamenti per contenere i contagi.
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