Speranza dopo la ripartenza di AstraZeneca: «Puntiamo a sei vaccini: dopo l’inverno rivedremo la luce»

Il ministro della Salute definisce «un’ottima notizia» la ripresa della sperimentazione di Oxford e rilancia con la ricerca sugli anticorpi monoclonali di Siena

Resistere «ancora qualche mese» per arrivare ad avere il vaccino anti-Covid-19. Il ministro Roberto Speranza torna a parlare di tempi brevi riguardo la formula efficace e sicura per combattere SARS-Cov-2 e, a la Repubblica, parla di «fine inverno». Nonostante le opinioni contrarie, arrivate negli ultimi giorni da diversi virologi, circa la possibilità di avere le prime dosi di un vaccino certo entro la fine dell’anno, il ministro della Salute torna a dare riferimenti prossimi, confortato anche dalla recente ripresa della ricerca di Astrazeneca.


La formula in fase di sperimentazione da parte degli scienziati di Oxford e dell’Irbm di Pomezia (Roma) aveva infatti subìto un improvviso arresto a causa di alcuni effetti collaterali verificatisi su uno dei volontari a cui è stata somministrata. Dopo appena tre giorni di stop, il comitato esterno incaricato di stabilire le effettive responsabilità del candidato vaccino sui sintomi, ha stabilito di poter dare nuovamente il via libera alla fase 3 interrotta.


Non solo Astrazeneca

«Una cura e un vaccino per il Covid sono vicini» ha commentato Speranza, sottolineando come la ripresa del vaccino di Astrazeneca sia un’ottima notizia, e ricordando «il pacchetto 6+1 che l’Unione europea sta comprando». Non solo Oxford dunque nelle aspettative del ministro ma anche le altre sperimentazioni tra cui «la cura innovativa del professor Rino Rappuoli a Siena». Speranza parla del lavoro che il team di ricercatori di Rappuoli sta facendo sui cosiddetti anticorpi monoclonali, «da cui», fa sapere, «verranno fuori farmaci efficaci».

Si tratta di molecole prodotte in laboratorio partendo dal plasma di chi ha contratto il Coronavirus. Tra gli anticorpi dei malati vengono selezionati quelli più potenti al fine di creare farmaci utili sia per la cura che, in alcuni casi, per la prevenzione. Parlando di un ritorno allo spirito unitario «come quello degli inizi pandemia a marzo», il ministro Speranza parla anche di una riforma della salute che prima che negli ospedali «arrivi nelle case con i medici e gli infermieri».

Sì al Mes, piano anti-Covid senza segreti

Una delle priorità sottolineate dal ministro è il supporto alla popolazione anziana, insieme a un nuovo sostegno digitale per tutti i pazienti. A questo proposito il ministro sembra non escludere l’utilizzo del Mes, «sono favorevole» ha detto, «ma non mi interessa da dove arrivino i soldi, non ne guardo il colore: che vengano dal Mes, dal Recovery Fund, dal bilancio dello Stato, ma che arrivino».

Riguardo al piano pandemico di inizio marzo, di cui la popolazione sarebbe stata tenuta all’oscuro, Speranza torna a ribadire la trasparenza mantenuta dal governo. «Non abbiamo mai secretato nulla, siamo gli unici al mondo a pubblicare tutti i verbali del Cts» ha detto, sottolineando come ai tempi non ci fosse certo «un manuale di istruzioni» su come agire. Il ministro ribadisce che “il piano segreto” non sarebbe stato altro che uno studio sui possibili scenari causati dalla pandemia, alcuni di questi «rivelatisi anche fallaci».

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