«Niente minigonne a scuola? Io, vicepreside femminista, sono stata fraintesa»

di Fabio Giuffrida

La professoressa del liceo Socrate di Roma torna sulla frase incriminata: «Mi dispiace che questo equivoco non sia stato chiarito sul nascere, il mio era solo un consiglio»

Bufera al liceo Socrate di Roma dove la vicepreside avrebbe invitato le sue alunne a non indossare le minigonne a scuola «sennò ai prof gli cade l’occhio». Una frase che non è piaciuta alle ragazze che hanno subito inscenato una protesta. Oggi arriva la replica della professoressa (e vicepreside) ai microfoni di Repubblica.


«Mi dispiace che questo equivoco non sia stato chiarito sul nascere, il mio era solo un consiglio», ha spiegato a La Repubblica. «Ho semplicemente trasmesso loro quello che stava accadendo a me in quel momento. La persona che hanno di fronte, anch’essa costretta a una posizione fissa per via del distanziamento, si può trovare durante il suo lavoro a dover decidere di direzionare il suo sguardo a destra e a sinistra, in alto e in basso. E potrebbe trovarsi in difficoltà nel pensare di posare questo sguardo in un punto che gli crea imbarazzo».


«Sono una femminista»

La docente respinge ogni accusa e, anzi, precisa di essere stata una femminista negli anni ’80 e che non voleva di certo far passare un messaggio sbagliato. «Nel 2020 vorrei che il messaggio fosse di una reale parità tra i generi che non passa attraverso i centimetri degli indumenti ma attraverso le possibilità che le donne accedano alle stesse possibilità lavorative degli uomini. In questo senso, da madre di due figlie, mi sento molto femminista».

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