Perugia, arriva il festival delle mamme, dove i papà non ci sono e le donne fanno i mestieri: «Torniamo al Medioevo»

di Maria Pia Mazza

«Non è che nel rincorrere in modo distorto l’abbattimento degli stereotipi alla fine si è arrivati agli stereotipi al contrario?», ribattono le organizzatrici della rassegna “Professione Mamma 6.0 – Il Festival delle Mamme”

«Un concentrato di stereotipi e patriarcato da fare invidia all’epoca medioevale più buia». È con queste parole che Stefano Bucaioni, presidente dell’associazione Omphalos LGBTI, ha commentato la rassegna “Professione Mamma 6.0 – Il Festival delle Mamme”, organizzata dall’associazione perugina “Professione Mamma ANFN” e promossa dal comune del capoluogo umbro.



Un piccolo festival, che apre le porte il il 26 settembre, in cui sono previsti «incontri e laboratori interattivi per imparare cose nuove, scambiarsi idee e consigli» e «in cui tante mamme, ognuna con il suo “stand”, mettono a disposizione gratuitamente le esperienze, capacità e creatività, in cucina, nell’ordine della casa, nella forma fisica e bellezza, nell’istruzione dei figli, nella salute di tutta la Famiglia».

Insomma, dalla descrizione della manifestazione emerge un’insieme di iniziative e laboratori molto “tradizionalisti” che sembrano rimandare con forza a una visione stereotipata della donna che, in qualità di madre, risulta essere unica figura “reggente” del focolare domestico. E, nella gestione complessiva della famiglia, non son pochi a chiedersi che fine abbiano fatto i padri, inizialmente assenti e non destinatari di alcun laboratorio segnalato nel programma del festival, ma successivamente aggiunti – in modo tuttora poco chiaro – con l’intensificarsi delle polemiche.

Già, perché su 17 stand tenuti e dedicati alle mamme, malgrado la comparsa nel programma della voce «gli stand dei papà» non è stato indicato – a oggi – alcuno spazio specifico destinato alle figure maschili nell’ambiente e nella partecipazione domestica.

Il programma di “Professione Mamma 6.0 – Il Festival delle Mamme” – Facebook / Professione Mamma ANFN

Analizzando la programmazione nel dettaglio, tra gli spazi dedicati alle madri risultano esserci approfondimenti sulla gestione generale della casa (dalla cucina, sino alle pulizie domestiche, passando per attività ricreative), così come sul come prendersi cura della salute dei bambini, ma anche sul come rendersi belle e tenersi in forma. E non son pochi a sospettare che i corrispettivi di questi ultimi due laboratori non saranno presenti anche per le figure paterne.

La risposta delle organizzatrici del Festival delle Mamme

A rispondere alla polemica crescente è intervenuta l’associazione stessa, pubblicando una lunga lettera sul proprio sito: «Eravamo in 5 organizzatrici sei anni fa, e senza sapere bene in che impresa ci stavamo cacciando, ci siamo inventate questa idea “medievale” di riportare la gente in piazza, farla uscire da dietro gli schermi di internet, per tornare a incontrarsi, a conoscersi, a scambiarsi idee, esperienze, consigli, per arricchirsi delle capacità, della creatività e dei talenti degli altri, ma soprattutto per tornare a guardarci negli occhi, ad ascoltarci, perdendo tempo insieme, passeggiando con calma, con lentezza, “annusandoci”, nella cornice bellissima dei chiostri di San Pietro». 

«Fossimo state Alpini inventavamo il raduno degli Alpini – proseguono le organizzatrici – Fossimo state motociclisti organizzavamo un raduno di motociclisti. Ma ci siamo incontrate e siamo diventate amiche in quella fase della vita in cui la maternità ti chiede tutte le energie che hai (veramente molte ma molte di più!), e abbiamo inventato Professione Mamma».

Nella lettera di risposta alle accuse, dopo aver sciorinato una lunga serie di esempi di storie di donne che presenzieranno alla manifestazione, le organizzatrici rimandano ai mittenti le accuse: «Ma non è che nel rincorrere in modo distorto l’abbattimento degli stereotipi alla fine si è arrivati agli stereotipi al contrario? Per cui ci sono argomenti tabù a prescindere” e non si può più parlare di cucina, cucito, casa, figli se si fa riferimento ad una mamma? Anche quando questa mamma ha talenti, passioni, capacità straordinarie che arricchiscono chi la incontra?». 

Infine, la nota si conclude con un post scriptum: «Ci sono anche i papà, ovviamente. Abbiamo iniziato come mamme, ma poi ci è venuto naturale coinvolgere anche i papà, e il tandem sta andando alla grande, solo che siamo un po’ gelose del nome e per una volta stiamo perpetrando una discriminazione al contrario. W Professione Papà!». 

Dalla polemica social a quella politica

E come ogni polemica nata sui social, quel che è ormai certo è che presto diventerà una querelle anche a livello politico locale – se non nazionale -, in particolare modo sul ruolo della giunta comunale di Perugia, guidata dal sindaco di Forza Italia, Andrea Romizi.

I primi malumori, infatti, ci sono già, e sono stati esternati dal Partito Democratico mediante una nota ufficiale: «Il periodo medioevale, come testimonia la manifestazione Perugia 1416 istituita 4 anni fa, sembra proprio piacere a questa amministrazione comunale che non perde mai occasione di riportare le lancette del tempo indietro per farci scoprire sempre più comportamenti ed usanze di quel periodo». 

«La giunta di centrodestra a trazione leghista ed ultraconservatrice», secondo quanto scritto dai dem, «organizza una manifestazione che mette al centro la figura della mamma, e della donna in generale, cui compito sarebbe quello di accudire marito e figli a discapito di carriera lavorativa ed indipendenza economica. Come nella più classica delle ideologie di destra becera e conservatrice, la donna viene ancora una volta vista come custode del focolare domestico e non come essere umano con legittime ambizioni e progetti». 

«Stupisce e preoccupa – si legge ancora nel comunicato – come nel XXI° secolo non si sia ancora capito che in una famiglia il ruolo di “massaia” o “casalinga” non sia più solo appannaggio di un solo sesso ma sempre più spesso coinvolge in maniera totale e congiunta entrambi i partner. Chiediamo quindi al Sindaco e la sua Giunta di salvaguardare il ruolo di entrambi i genitori e di fare un passo indietro sul titolo della manifestazione abbandonando l’idea quattrocentesca di famiglia e riportando le lancette dell’orologio nell’era contemporanea».

PHOTO: Vidal Balielo Jr. da Pexels

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