Ippolito (Spallanzani): «Attenti: possiamo avere un autunno come la scorsa primavera. Tutti possiamo essere infetti»

di Giovanni Ruggiero

Il direttore scientifico dello Spallanzani lancia l’allarme con l’arrivo della stagione che segna l’inizio delle malattie alle vie respiratorie. Senza il rispetto delle regole anti-contagio, anche l’Italia rischia di seguire il disastro dei Paesi vicini

«Il mondo è sotto scacco, i Paesi vicini a noi anche», avverte il direttore scientifico dello Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, che davanti ai dati in costante crescita nei Paesi confinanti con l’Italia mette in guardia sul rischio che la risalita dei contagi di Coronavirus possa interessare anche il nostro Paese con l’arrivo della stagione autunnale.


A Mezz’ora in più su Raitre, Ippolito ha chiarito come la situazione epidemica italiana sia al momento meno preoccupante rispetto al resto d’Europa, ma «l’aumento dei ricoverati e delle terapie intensive indica che il virus non è andato via, continua a circolare. Dobbiamo essere molto attenti – ha aggiunto – perché possiamo avere un autunno come la scorsa primavera».


Un allarme che fa eco a quello di Walter Ricciardi, che in un’intervista al Messaggero ha detto senza giri di parole che questo non è «il momento di sgarrare», visto che il virus ha già dimostrato la sua aggressività nei mesi passati: «Se hai 3 mila casi oggi – ha detto il consulente del ministero della Salute per l’emergenza Covid-19 – dopo due settimane stai a 15 mila».

Un momento cruciale nel quale influisce il fattore climatico, dice Ippolito, oltre alle tante informazioni che ancora mancano per una diagnosi tempestiva: «La difficoltà di riconoscere il virus con sintomi respiratori, che nel caso del Coronavirus sono molto gravi – ha aggiunto in studio da Lucia Annunziata – Più teniamo vuote le rianimazioni e meglio sarà. E per fare questo dobbiamo essere coscienti che sui noi possiamo essere infetti».

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