Scuola, il buco (storico) dei supplenti: senza classi accorpate perse 3,6 milioni di ore di lezione in due settimane

di Giada Ferraglioni

Unire più sezioni quest’anno è fuori discussione. E il buco d’apprendimento dei primi giorni va a sommarsi a quello dei mesi di didattica a distanza, che per molti studenti ha significato non fare lezione con continuità

«Chiedere di avere tutti i supplenti il 14 settembre significa vivere nel mondo delle fiabe». Il premier Giuseppe Conte non ha usato troppi giri di parole per commentare una delle richieste arrivate dal comitato di Priorità alla Scuola, sceso in piazza insieme ai sindacati il 25 e il 26 settembre: avere gli insegnanti.


Dal canto suo, il ministero dell’Istruzione fa sapere che l’80% dei posti da coprire è già stato assegnato (una percentuale variabile da Regione a Regione). Per la prima volta nelle operazioni di nomina, dicono è stata data assoluta priorità alla copertura di questa tipologia di posti nelle scuole per superare l’emergenza aggravata dal Coronavirus.


E, infatti, il buco è storico. Ogni settembre l’anno scolastico inizia con qualche professore mancante, e molte classi si ritrovano accorpate per qualche ora per non perdere le ore di lezione. Quest’anno, però, l’idea di assembrare più sezioni è fuori discussione. E il buco d’apprendimento delle prime settimane va a unirsi a quello dei mesi di didattica a distanza, che per molti studenti ha significato non fare lezione con costanza.

«Le criticità ci sono – ha dichiarato la ministra Lucia Azzolina – ma entro la prossima settimana le risolveremo». Conte ha confermato le cifre anticipate nei mesi scorsi dal ministero: sono in arrivo circa 40mila supplenti e altri 40mila arriveranno a metà ottobre. A questo andrà aggiunto poi l’”organico Covid”, e cioè personale assunto a tempo determinato per far fronte all’emergenza.

I dati

Ieri, durante la manifestazione, le rappresentanze sindacali hanno anticipato i dati sulla mancanza dei supplenti che verrà a presentarsi quest’anno: secondo la Cisl scuola, è stato nominato meno del 50% del personale precario, e anche «in ritardo rispetto agli anni scorsi». La Lombardia sembra essere una delle Regioni più in difficoltà: secondo quanto riportato da Priorità alla Scuola, nella provincia di Milano le graduatorie sarebbero state pubblicate con ampio ritardo (il 7 settembre) e «piene di errori»

Quello sulle nomine nazionali è un dato confermato anche da Uil, che ha calcolato una copertura di circa il 30-40% dei posti. Secondo i sindacati i posti vacanti sarebbero circa 100mila. Moltiplicati per le ore di lezione che ogni docente svolge (18), fanno 3,6 milioni di ore di didattica perdute in due sole settimane. Anche di più se il calcolo si fa con le ore dell’asilo (25) e delle elementari (22).

Foto copertina: ANSA/ANGELO CARCONI

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