Coronavirus, ancora positivi i 15 tesserati del Genoa. Nessun caso nel Napoli. La sottosegretaria Zampa chiede lo stop della Serie A, poi si corregge

di Giovanni Ruggiero

Il ministro dello Sport Spadafora: «Il campionato si può svolgere nel modo previsto». Il viceministro della Salute Sileri: «Passo indietro se tanti calciatori risulteranno positivi»

I test effettuati ieri hanno confermato la positività al Coronavirus dei 15 tesserati del Genoa. Questa mattina gli altri componenti della squadra e dello staff sono arrivati in macchina al campo di allenamento, hanno eseguito il tampone dall’auto e sono tornati a casa. Buone notizie per i dipendenti e i dirigenti che si erano sottoposti ai test ieri e che sono risultati tutti negativi. Negativi anche tutti i test nel Napoli, ultimo avversario del Genoa in Serie A.


Nel frattempo, è scontro nel governo su un possibile stop del campionato. La sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, non ha dubbi sul da farsi dopo un evento del genere: la Serie A deve fermarsi. A Radio Capital, Zampa evoca i protocolli sottoscritti tra il governo e la Figc che secondo lei «parlano chiaro: il campionato di Serie A deve essere sospeso. I positivi – ha aggiunto – non sono in grado di giocare e possono contagiare altre persone».


In attesa che sul caso Genoa si esprima la Lega Calcio, che in giornata ha previsto un vertice straordinario, resta la spaccatura nel governo visto che solo ieri, 29 settembre, il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, aveva invece detto che proprio in virtù delle regole rigide previste dal protocollo sottoscritto con la Federcalcio: «Il campionato è ancora in grado di potersi svolgere nel modo previsto». Ammettendo comunque quanto la situazione fosse del tutto inedita, ed evidentemente non prevista dal protocollo: «Vediamo cosa succede – ha detto Spadafora – l’inizio del campionato diventa purtroppo anche una sperimentazione con tutte le cautele necessarie».

Dopo l’intervista a Radio Capital, la sottosegretaria Zampa ha corretto il tiro, spiegando che più precisamente lei ha detto che: «i giocatori positivi al Covid-19 non possono giocare fino a quando non risulteranno negativi al tampone. Questo – ha chiarito in una nota – non significa che la Serie A vada sospesa. Saranno la Figc e le società calcistiche a decidere sui destini del massimo campionato: se facendo recuperare le partite alle squadre che non potranno giocare o mettendo in campo eventuali riserve».

Sulla questione, è intervenuto anche il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri: «In caso di più calciatori positivi va fatto un passo indietro, stabilizzare la situazione e ripartire. Ma la decisione di fermare un campionato di calcio non passa per il vice ministro della Salute, e quindi parlo da medico».

Secondo Sileri, «se hai una squadra di calcio con molti giocatori positivi quella squadra farà fatica a giocare, ma quello che mi preoccupa è l’eventuale positività di altri giocatori di altre squadre. Dubito che il contagio possa avvenire in campo con facilità perché il contatto lo hai mentre giochi, sono più preoccupanti i contatti conviviali come nello spogliatoio. Quindi se troviamo dieci giocatori positivi da una parte, cinque dall’altra, faccio fatica a pensare ad un campionato aperto».

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