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La leghista Maraventano corregge il tiro: «Sulla mafia frase infelice». L’associazione Libera: «Inacettabile. Il linguaggio è un’arma»

04 Ottobre 2020 - 18:07 Giada Ferraglioni
Secondo il coordinamento dell’associazione antimafia, il «sentimento nostalgico» con cui ha parlato Maraventano è «grave e inaccettabile»

Maria Falcone, sorella del giudice ucciso nella strage di Capaci, l’ha definita la «trita favoletta della mafia buona». Le parole dell’ex senatrice della Lega, Angela Maraventano – che dal palco di Catania a sostegno di Matteo Salvini ha chiamato in causa il «coraggio» e la «sensibilità» perduti della mafia – hanno lasciato incredulo e sconcertato chiunque le abbia ascoltate. Un discorso che ha colpito ancora di più le associazioni come Libera, che da anni combattono nei territori per arginare l’influenza di Cosa Nostra e delle altre mafie italiane: «È inaccettabile – dicono dal coordinamento – e da respingere con forza qualunque richiamo all’esistenza di una mafia buona».

La parte dell’intervento in cui si sente Maraventano dire che «La nostra mafia che ormai non ha più quella sensibilità e quel coraggio che aveva prima» ha fatto il giro dei social. «È stata una frase infelice», si è difesa l’ex parlamentare di Lampedusa. Una frase «dettata dalla rabbia e dal momento terribile che sta vivendo il nostro Paese ma io mi sono sempre battuta contro tutte le mafie, a cominciare da quella nigeriana».

Anche altri, come Giornalettismo, hanno sostenuto che si è tratto di una frase estrapolata da un discorso più ampio, che la leghista si è espressa male ed è stata fraintesa. Integralmente, l’intervento contro l’immigrazione recitava così: «Nel traffico di carne umana c’è anche dentro la nostra mafia, che ormai non ha più quella sensibilità e quel coraggio che aveva prima. Dove sono? Non esiste più perché noi la stiamo completamente eliminando. Perché nessuno, ormai, ha più il coraggio di difendere il territorio».

L’associazione Libera: «Aspettiamo una presa di distanza dalle forze politiche»

Ma il linguaggio è un’arma, dicono dal coordinamento regionale di Libera Sicilia. Sdoganare determinati linguaggi, ci spiegano, che invece dovrebbero essere sepolti da tempo, è molto pericoloso e ogni figura istituzionale che parli di mafia dovrebbe stare molto attenta alla scelta dei termini. Ad essere grave inoltre, è per loro che non ci sia stata un’immediata presa di distanza dalla sua parte politica.

«È grave e inquietante che un’esponente politica siciliana che ha anche ricoperto ruoli istituzionali faccia pubblicamente riferimento a una presunta vecchia mafia sensibile e coraggiosa, facendovi appello con sentimento nostalgico», scrivono dal comitato nazionale di Libera. «Auspichiamo un’immediata presa di distanza da parte di tutte le forze politiche da simili dichiarazioni».

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