Salute mentale, Mattarella: «Il Covid aumenta il disagio psichico. Nessuno sia lasciato solo, va tutelata la dignità»

di Cristin Cappelletti

Il presidente della Repubblica ha ricordato come nei mesi della pandemia le persone siano spesso «state costrette ad affrontare in solitudine gli effetti della chiusura, lontane dalle loro famiglie per ragioni terapeutiche»

I problemi di salute mentale uccidono ogni anno più persone della guerra. Sono i dati che arrivano dall’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui 800mila persone ogni anno si tolgono la vita a causa di malattie mentali. Questa giornata «costituisce l’occasione per riflettere sui bisogni delle persone più fragili e sulla vulnerabilità psichica connessa alle condizioni di isolamento sociale e di emarginazione», ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nell’anno della pandemia da Coronavirus i problemi delle persone affette da patologie psichiche si sono acuiti: «Sono state costrette a vivere lontano dalle proprie famiglie per ragioni terapeutiche e si sono trovate in alcuni casi ad affrontare in solitudine gli effetti della chiusura».


Mattarella ha voluto enfatizzare il ruolo delle istituzioni nel fornire servizi di supporto e di cura a tutte le persone affette da problemi mentali: «Affinché nessuno venga lasciato solo e sia permesso a tutti accedere all’assistenza più adeguata su tutto il territorio nazionale. Un’attenzione particolare deve essere destinata alla scuola e agli altri spazi educativi e relazionali, che vanno incoraggiati e sostenuti per creare reti e forme di integrazione tra le persone». Per il capo dello Stato dunque «la salute mentale è un diritto che deve essere garantito a tutti, tutelando e sostenendo coloro che non possono auto-rappresentarsi». L’Italia è sempre stata all’avanguardia di questo processo, ha detto il presidente della Repubblica e «l’impegno delle istituzioni e della società civile deve essere quello di tutelare la dignità di ogni individuo, sostenendolo anche e soprattutto nelle condizioni di fragilità».


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