Italia sempre più arancione, in 4 anticipano le chiusure: a rischio zona rossa almeno Napoli e Caserta. Conte: «Eviteremo un nuovo lockdown»

di Giovanni Ruggiero

Il presidente del Consiglio ribadisce di essere a lavoro per sventare la chiusura nazionale, confidando in un calo dei dati nei prossimi giorni. Continua però l’attesa per altre possibili chiusure, con almeno quattro regioni a rischio zona arancione e rossa

Lo ripete ancora oggi su La Stampa il premier Giuseppe Conte che un lockdown nazionale resta l’ultima estrema soluzione. Quella da evitare a tutti i costi, perché le ricadute economiche, oltre che psicologiche, sarebbero pesantissime, soprattutto ora con l’avvicinarsi delle feste natalizie. L’impegno di palazzo Chigi è tutto per: «evitare la chiusura dell’intero territorio nazionale» per contenere i contagi di Coronavirus e la pressione sugli ospedali, dice il premier al direttore del quotidiano torinese, Massimo Giannini. Ma Conte è anche consapevole che: «la situazione è in evoluzione» e lo scenario di oggi, già diretto verso un’Italia sempre più arancione tendente al rosso, può cambiare a partire da venerdì, quando dovrebbe arrivare il nuovo report settimanale dell’Iss sui livelli di rischio delle regioni.


I dati regionali sono attesi già da oggi, in anticipo rispetto al solito, per permettere agli esperti di valutare quali altre regioni dovranno applicare nuove restrizioni, come previsto dall’ultimo Dpcm. La certezza è che altre quattro sono osservate speciali. Lo ha spiegato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro che a proposito di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Campania ha parlato di un andamento verso: «il rischio alto e nelle quali è opportuno anticipare le misure più restrittive». Cosa che stanno già facendo in autonomia le regioni del Nord, che da ieri sono in contatto per concordare ordinanze di chiusure più omogenee e oggi sentiranno i sindaci.


La Campania sotto indagine

Non fa lo stesso la Campania, con il governatore Vincenzo De Luca in fase attendista mentre negli ospedali della sua regione continuano le indagini sul campo degli ispettori del ministero della Salute, oltre che dei Nas, per confrontare i dati trasmessi dalla Regione con la situazione delle strutture ospedaliere, numeri che non sembrano tornare davanti alle immagini che arrivano da Napoli e Caserta con le lunghissime code fuori dagli ospedali. Secondo la Repubblica, sarebbero proprio le due città a rischiare una zona rossa mirata, risparmiando il resto della Campania. Soprattutto la situazione casertana sarebbe la più a rischio.

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