Spostamenti a Natale, le due ipotesi in base alle dimensioni dei Comuni. Deroghe minime dal governo: «Decida il Parlamento»

di Fabio Giuffrida

Il governo dice no agli spostamenti tra comuni durante le festività natalizie ma chiede che a decidere sia il Parlamento «sovrano». Tante le ipotesi sul tavolo. Il Comitato tecnico scientifico, intanto, chiede massima prudenza mentre l’opposizione spinge per abolire subito la norma con il divieto di spostamenti

Spostamenti tra comuni a Natale sì o no? Il governo resta contrario e a dirlo è lo stesso premier Giuseppe Conte che, però, stavolta cede al pressing di opposizione e governatori e chiede che a decidere su un tema così sentito dagli italiani sia il Parlamento. «Coi numeri che abbiamo e il rischio di una terza ondata (di Coronavirus, ndr), dobbiamo mantenere le restrizioni», ripete. «Se, però, il Parlamento vorrà introdurre qualche eccezione per i Comuni più piccoli, se ne assumerà tutta la responsabilità». Intanto i tempi si accorciano – mentre l’Italia diventa quasi tutta gialla – e il rischio è che il Parlamento non faccia in tempo a decidere, come denunciano i parlamentari di Italia Viva che parlano, senza mezzi termini, di «presa in giro».


Le ipotesi sul tavolo

Le ipotesi sul tavolo sono diverse. La prima è quella di permettere la circolazione entro 15 o 20 chilometri dal proprio comune di residenza per chi abita in centri con meno di 15 mila abitanti. L’altra, invece, apre alla possibilità di spostarsi tra comuni confinanti che siano sotto i 5 mila abitanti. Poi rimane l’ipotesi di uno spostamento libero entro le province (che non significa un liberi tutti). Lunedì il provvedimento sarà presentato alla Camera: potrebbe essere un emendamento al decreto ristori oppure a un altro provvedimento attualmente all’esame di Montecitorio, come scrive il Corriere della Sera.


I dubbi di Conte che teme di essere scavalcato dall’opposizione

Intanto si fa strada la mozione unitaria del centrodestra che chiede la totale abolizione della norma sugli spostamenti. Approderà mercoledì in Senato. Ed è proprio su questo punto che il governo teme di essere scavalcato e indebolito. Infatti, pur ritenendo il Parlamento «sovrano», vorrebbe trovare il prima possibile una soluzione condivisa da tutti. Italiani, opposizione, maggioranza, governatori e Comitato tecnico scientifico. Ma non sarà facile.

L’invito alla prudenza del Comitato tecnico scientifico

Il Comitato tecnico scientifico, infatti, è per la linea dura, per quella del rigore assoluto, specialmente a Natale e Capodanno. Per il coordinatore del Comitato Agostino Miozzo, che stamattina è stato intervistato dal quotidiano La Stampa, «questo virus non ci consente deroghe». «Abbiamo più volte sottolineato i rischi legati al movimento di un gran numero di persone ma comprendo le contestazioni», aggiunge. E, infatti, come ricorda lo stesso Miozzo, molti contagi avvengono in famiglia, quando il livello di guardia si abbassa notevolmente.

Il nodo scuola

Risolta la questione spostamenti a Natale e Capodanno (quindi 25 e 26 dicembre e 1° gennaio), il governo dovrà risolvere anche il delicatissimo nodo scuola che dovrebbe riaprire a gennaio, magari con ingressi scaglionati. In questo caso la palla passa ai prefetti che si assumeranno ogni responsabilità sulla riapertura in sicurezza.

Foto in copertina: ANSA/ANGELO CARCONI

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