È il giorno del Dpcm di Natale, Conte parlerà alle 20:15. Le Regioni: «Non siamo state coinvolte abbastanza»

di Redazione

Tensione tra esecutivo e governatori. Ecco cosa prevede il nuovo provvedimento

La linea di chiusura generale per le feste di Natale non cambierà nelle prossime ore. Il governo ha lavorato tutta la notte sulla bozza del nuovo Dpcm in chiave anti-Coronavirus, anche dopo la fine del Consiglio dei ministri all’1.30. L’obiettivo era arrivare con un testo definitivo da consegnare ai presidenti delle Regioni, in vista della riunione prevista in mattinata. Per capire ufficialmente quali saranno le disposizioni in vigore nel prossimo mese bisognerà aspettare le 20:15, quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte terrà una conferenza stampa a Palazzo Chigi.


Alle 10 di questa mattina i presidenti di Regione hanno ricevuto l’ultima versione della bozza. Subito dopo si sono riuniti nella Conferenza delle Regioni per le ultime valutazioni sulle misure delle prossime settimane. Stando a quanto comunicato a margine dell’incontro, la Conferenza ha dichiarato «stupore e rammarico» per il metodo con cui il governo ha approvato il decreto che fissa le regole per gli spostamenti a Natale. È mancato il confronto, dicono ancora i governatori, e questo «non ha consentito di portare all’individuazione delle soluzioni più idonee per contemperare le misure di contenimento del virus e il contesto di relazioni familiari e sociali tipiche del periodo delle festività natalizie».


Le «forti limitazioni» imposte a «spostamenti e relazioni sociali» dal 21 dicembre al 6 gennaio, dicono, «rende di fatto pleonastico il pronunciamento su parti essenziali del Dpcm». I provvedimenti si annunciano rigidi su ogni fronte, a cominciare, appunto, dagli spostamenti – che saranno vietati anche in zona gialla tra i Comuni a partire dal 21 dicembre e almeno fino al 6 gennaio, compreso il trasferimento nelle seconde case. L’esecutivo ha confermato anche il coprifuoco alle 22 per tutto il periodo di validità del Dpcm, prolungato a 50 giorni dopo l’approvazione del decreto Covid nel Cdm di questa notte, quindi fino al 15 gennaio.

Cosa si potrà fare con il nuovo Dpcm

  • Shopping: i negozi e i centri commerciali potranno restare aperti fino alle 21, compresi i weekend, in zona gialla e arancione. In discussione ancora la possibilità di concedere le aperture anche in zona rossa. Dal Viminale è già partito il sollecito ai prefetti per intensificare i controlli nelle zone commerciali più a rischio affollamento;
  • Coprifuoco: confermato il coprifuoco per tutto il periodo di validità del Dpcm alle 22 fino alle 6, compresi i giorni di festa a Natale e il 6 gennaio. A Capodanno il coprifuoco durerà fino alle 7 del mattino. Ci si potrà spostare fuori casa, con il modulo di autodichiarazione, per motivi di lavoro, salute ed emergenze comprovate;
  • Ricongiungimenti famigliari: per gli spostamenti tra regioni sarà sempre possibile raggiungere la propria residenza o domicilio, anche se si parte da una zona rossa. Negli altri casi sarà possibile viaggiare fuori regione fino al 20 dicembre. Si valuta ancora se concedere, e come, la possibilità di raggiungere genitori anziani, quindi over 65, che rischiano di restare da soli nei giorni di festa;
  • Rientri dall’estero: scatta la quarantena obbligatoria per chiunque torni in Italia dall’estero dal 21 dicembre. Dal 4, comunque, è sempre previsto l’obbligo del test per chi proviene da Belgio, Francia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Spagna, Regno Unito e Irlanda del Nord;
  • Scuola: attese nel nuovo Dpcm misure «per un graduale rientro a scuola» come annunciato dalla ministra Lucia Azzolina, ma il ritorno in classe anche per le superiori non dovrebbe avvenire prima del 7 gennaio con le lezioni in Didattica a distanza a partire dal 50%;
  • Cene: sarà fortemente raccomandato di organizzare le cene in casa con i parenti stretti, possibilmente solo tra quelli già conviventi. Nessuna possibilità di cenare fuori casa, con la chiusura imposta a bar e ristoranti, anche quelli degli alberghi, a partire dalle 18 anche in zona gialla;
  • Vacanze sulla neve: gli impianti da sci non potranno riaprire, così come tutte le attività di ristorazione delle località montane. Fa eccezione la Valle d’Aosta, che ha approvato in autonomia una legge che permettere la riapertura generale, tenendo chiuse solo le scuole. Un provvedimento che rischia di essere presto impugnato dal governo.

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