Nuovo Dpcm, il governo valuta i ricongiungimenti familiari. E spunta l’ipotesi di un decreto legge sul Natale

di Redazione

La discussione sul nuovo Dpcm continuerà domani, quando verranno ascoltate di nuovo le Regioni e il Parlamento: solo allora il governo scioglierà i dubbi. Sulla scuola, il premier vorrebbe riaprire le superiori dal 14 dicembre «per dare un segnale»

Di certezze sul nuovo Dpcm non ce ne sono ancora, ma sembra che l’esecutivo voglia proporre al Parlamento una sorta di blocco temporaneo degli spostamenti anche tra regioni gialle per limitare il più possibile il rischio di contagio da Coronavirus tra familiari (e no). Oltre alle restrizioni relative agli spostamenti c’è poi, come noto, la volontà del governo di conservare il coprifuoco delle 22 anche per la vigilia di Natale e quella di Capodanno, con tutti i locali, bar e ristoranti serrati dalle 18 in tutta Italia, a prescindere dal colore della fascia di rischio in cui ogni regione è stata collocata.


Ma nella riunione dei capigruppo del pomeriggio si è preso in considerazione qualche lieve allentamento per queste restrizioni. In particolare, è stato chiesto del tempo per riflettere sulla possibilità di concedere il permesso di spostarsi tra regioni non solo per i residenti, ma anche per i ricongiungimenti tra familiari. E il presidente del Consiglio Conte – stando a quanto si apprende da fonti di maggioranza – avrebbe aperto a questa richiesta. Ma l’ipotesi è ancora al vaglio e potrebbe risolversi con un nulla di fatto. Tutto si sbloccherà nelle prossime ore vista la deadline di domani.


Ipotesi più probabile è invece il fatto che un decreto legge ad hoc sul periodo delle festività natalizie, con il dettaglio delle misure restrittive anti-Covid, potrebbe affiancare il nuovo Dpcm che entrerà in vigore questa settimana. Il documento potrebbe restare in vigore dal 21 dicembre al 6 gennaio, come trapelato dal vertice tra il premier Conte e i ministri Speranza e D’Incà con i capigruppo. Ma anche su questo arco di tempo restano ancora dei dubbi che si scioglieranno in via definitiva solo domani: «Oggi è una giornata di ascolto, domani sentiremo il Parlamento e di nuovo le Regioni. Solo dopo decideremo», trapela dal confronto.

Resta tema di scontro le trasferte in montagna. Pare la discussione si sia accesa ulteriormente tra il premier e i capigruppo quando si è preso il discorso relativo alla chiusura delle strutture ricettive nelle aree dello sci. Lo stesso Conte avrebbe affermato che la misura presenta problemi, esprimendo le sue perplessità. Quanto al tema scuola, al presidente Conte piacerebbe che venisse dato «un segnale» – per lo più simbolico, visto l’avvicinarsi delle vacanze – con il rientro in classe degli studenti degli istituti superiori il 14 dicembre. Proprio su questa ipotesi il premier ha sondato i capigruppo di maggioranza durante il vertice e avrebbe raccolto pareri contrastanti. Ma, opinioni politiche a parte, ad avere voce in capitolo sulla questione sarà in soprattutto il Cts.

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