L’Istituto superiore di Sanità non ha dubbi. Per Natale e Capodanno è meglio non spostarsi, meglio non incontrare altre persone se si vuole ripartire, il prossimo anno, con un numero di contagi da Coronavirus più basso. «L’incidenza (193 per 100 mila abitanti, ndr), è ancora alta. Questo è un numero ancora lontano dalla nostra possibilità di muoverci dalla mitigazione al contenimento», ha spiegato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro nel corso della consueta conferenza stampa del ministero della Salute per fare il punto della situazione.
Cosa fare a Natale e Capodanno?
A essere d’accordo anche il professor Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, secondo cui è necessario continuare a imporre «misure molto significative» per contenere la pandemia. «Rimaniamo cauti, da gennaio non risolveremo tutti i problemi con l’arrivo del vaccino, serviranno comportamenti prudenti. Durante le feste, quindi, stiamo attenti perché la circolazione del virus può riprendere quando i comportamenti cambiano e ne favoriscono la ripresa. Bisogna mantenere alta la guardia anche perché è impossibile controllare quello che succede a casa», ha detto.
«No a pranzi con decine di persone»
«Meno siamo meglio è, incontrarci è un problema anche se siamo congiunti ma viviamo lontano. Pranzi di decine di persone non sono eventi da programmare, contatti senza mascherine e distanziamento sociale aumentano la probabilità di diffusione del virus. Quando ci rilassiamo, infatti, ricrescono i contagi. Questo sarà un Natale diverso, non come siamo abituati tradizionalmente a fare», ha aggiunto Brusaferro.
«Rt resta sotto quota 1»
«In Europa – ha proseguito – si sta riducendo il numero di nuovi casi che è comunque significativo. La tendenza è alla decrescita». L’Rt (qui vi spieghiamo di cosa si tratta e come viene calcolato, ndr), intanto, resta «sotto l’1» in quasi tutte le regioni. Ora – ha aggiunto Brusaferro – «dobbiamo evitare che un rilassamento di misure adottate in questi giorni causino un rialzo del numero dei nuovi casi. Per le feste dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili per avere un numero di casi più bassi visto che quello attuale è ancora troppo alto e mette sotto sforzo il sistema sanitario». I numeri drammatici della seconda ondata, secondo Rezza, non sono stati causati dalle «attività ricreative riaperte in estate». Poi, però, ha chiesto massima «prudenza» alle regioni come la Valle d’Aosta che, proprio ieri, ha deciso di riaprire esercizi commerciali, bar e ristoranti senza aspettare i provvedimenti di allentamento delle misure del governo.
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Età media dei contagiati: sotto i 50 anni
Infine si registra una decrescita «lenta» nell’occupazione dei posti letto negli ospedali, sia come ricoveri ordinari sia in terapia intensiva (pazienti soprattutto maschi, fascia 51-70 anni). La saturazione, a 30 giorni, resta bassa grazie al «forte impegno dei servizi sanitari», ancora sotto stress. L’età media dei contagiati, invece, è scesa sotto i 50 anni mentre gli asintomatici sono ancora la maggioranza.
Foto in copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI
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