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Coronavirus, la conferenza stampa dell’Iss: «I dati tendono a stabilizzarsi, ma le terapie intensive sono ancora sopra la soglia critica» – La diretta

24 Dicembre 2020 - 11:52 Felice Florio
Preoccupa la regione Veneto, il cui parametro Rt ha superato quota 1 e l’incidenza dei contagi continua a crescere

Nessuno si sarebbe mai immaginato che, il giorno della Vigilia di Natale, anziché ospitare amici e parenti in casa per scambiarsi gli auguri, il primo messaggio ricevuto sarebbe arrivato dalla conferenza stampa di due medici. Eppure, ormai da un anno, tutto è cambiato. Anche ascoltare il 24 dicembre Gianni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, e Silvio Brusaferro, Presidente dell’ente, fa parte della nuova normalità.

Brusaferro: «In Europa il virus circola con differente intensità nelle singole regioni»

Nell’aggiornamento sulla situazione epidemiologica del Coronavirus in Italia, dopo l’entrata in zona rossa, Brusaferro ha esordito descrivendo «il panorama europeo: in tutti i Paesi il virus circola con differente intensità nelle singole regioni». Un’analogia con la situazione italiana. Il presidente dell’Iss ha poi sottolineato come in alcuni Stati vicini la curva epidemica abbia ripreso a crescere, mentre «il dato dell’incidenza è ancora in decrescita in tutta Italia, tranne che nella regione Veneto».

«Oggi nel nostro Paese l’epidemia segue incidenze molto diverse, per questo è necessario proseguire con misure di mitigazione». Il dato ulteriore, commentato da Brusaferro, è quello relativo all’età mediana dei contagi, «che sta lievemente diminuendo nel tempo». «Sostanzialmente, il quadro epidemiologico delle persone colpite è costante». La maggioranza dei pazienti sono asintomatici o paucisintomatici, quasi il 75%. Invece, «il numero di persone che sviluppa una patologia critica sta diminuendo, leggermente».

«C’è una tendenza alla risalita dell’Rt, questa settimana allo 0,90», ha aggiunto Brusaferro. La notizia positiva è che i posti letto occupati di area medica e di terapia intensiva stanno decrescendo. «A livello di Paese, si sta cominciando a rientrare sotto la soglia di occupazione del 30% delle terapie intensive e del 40% dei letti di area medica». La proiezione a 30 giorni della saturazione dei posti letto ci dice che la pressione sui servizi sanitari regionali «continuerà a decrescere».

I rischi per le terapie intensive

Nel focus sulle terapie intensive, Brusaferro ha confermato che l’età mediana dei ricoverati resta elevata. I pazienti che necessitano delle cure più importanti persone sono prevalentemente di sesso maschile. Altro elemento, ormai noto, è che la ventilazione meccanica è particolarmente richiesta «da persone più anziane e portatrici di più patologie richiedono le terapie intensive». Anche l’età mediana dei deceduti rimane costante, intorno agli 80 anni.

Rezza, invece, ha rimarcato la presenza di una situazione di instabilità a livello territoriale: «È come se fossimo in una fase di transizione. Adesso abbiamo una sorta di tendenza alla stabilizzazione dell’incidenza del contagio». Le terapie intensive, specifica, destano ancora preoccupazione: «I posti letto sono ancora piuttosto pieni, per il momento restiamo sopra la soglia critica». Anche l’incremento dell’Rt si sta verificando, «seppur lievemente», ormai da due settimane. «Tutto ciò fa sì che dobbiamo continuare a tenere alta l’attenzione e dovremo cercare di abbattere di più il tasso di incidenza del contagio, per arrivare al di sotto dei 50 positivi per 100 mila abitanti, mentre adesso siamo a 300».

La variante Covid

«Ieri ho partecipato a un webinar dell’Oms a cui erano presenti i colleghi inglesi – ha raccontato Rezza -. Ci hanno dato molte informazioni sulla variante Covid. Innanzitutto, sono due quelle che hanno destato particolare preoccupazione, una isolata in Inghilterra e una in Sudafrica. Quella inglese, sembra essere emersa nel Kent e poi diffusasi nel Sud-Est e a Londra». Si tratta di una variante costituita da diverse mutazioni della proteina spike «che sembra conferire un aumento della trasmissibilità, alcuni modelli la stimano superiore del 70%».

Tuttavia, «non si capisce se sia un aumento della trasmissione relativo alle caratteristiche del ceppo virale o meno». Secondo i modellisti matematici dell’Imperial College, il parametro R è maggiore di 0,4 rispetto a quello del ceppo più diffuso. «Ma sono stime – aggiunge Rezza -, ancora tutte da confermare: magari in quel luogo, per qualche motivo il virus sta correndo di più. L’Inghilterra ha un consorzio che fa tantissima analisi genomica, i modellisti inglesi sono tra i migliori al mondo, in questo caso sono portato a credere a queste stime».

Quindi all’aumento della trasmissibilità. «Fortunatamente – ha chiuso l’argomento il direttore delle Malattie infettive dell’Iss -, non c’è un aumento della gravità clinica. E sembra che non ci sia un effetto potenziale sull’efficacia dei vaccini. Nel giro di una settimana, gli studi biologici confermeranno o meno queste ipotesi». Tradotto? Tra sette giorni avremo informazioni più attendibili sull’eventuale aumento della trasmissibilità e sul cambiamento, che sembrerebbe scongiurato, dell’aggressività del virus.

L’appello di Natale

«Sono sempre imbarazzato come chiunque produca dati che servono a prendere decisioni politiche. Imbarazzato perché sembra che si voglia stringere le libertà durante un periodo importante come quello del Natale – ha detto Rezza, facendo un punto sui comportamenti corretti da seguire nelle giornate di festività. «È chiaro che voler bene alle persone vuol dire tutelarle. Non è retorico, né banale, ripetere di proteggere le persone anziane».

Il medico è consapevole che la sera del 24 dicembre ci si incontrerà per la cena della Vigilia e che domani, 25 dicembre, molte famiglie faranno altrettanto. «Ma limitare il numero di persone è importante. È tutto basato su calcoli probabilistici: più aumenta la dimensione delle aggregazioni, più è probabile che una persona sia infetta e costituisca un pericolo per gli altri».

«Le soglie – ha concluso Rezza -, che sembrano arbitrarie, sono basate sul rischio. È importante limitare le aggregazioni per ridurre quel rischio». Poi ha fatto un appello ai cittadini: «Il tutto va riportato a una base di tranquillità e serenità, io non vedrei queste raccomandazioni del governo come qualcosa di autoritario, repressivo. Le vedrei più come un richiamo al buon senso».

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