Dopo l’ultimatum renziano, Conte cede alla verifica. Si infiamma il fronte grillino, Fico: «No ai ricatti, si voti». Di Battista: «Renzi è il peggio che c’è, è solo geloso»

di Giovanni Ruggiero

Dietro gli attacchi di Matteo Renzi sulla task force del Recovery Fund, secondo Di Battista ci sono altre «dinamiche, altri interessi». Il premier apre a due settimane di confronto interno alla maggioranza, secondo i retroscena nel governo potrebbe entrare lo stesso leader di Italia Viva

L’invito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a «serietà, sacrifici e unità» fissa un bivio inevitabile per il governo Conte a un passo dalla crisi. Il richiamo del Quirinale è rivolto a chi come Matteo Renzi, ma anche lo stesso premier, immaginano scenari diversi dall’attuale governo in un momento storico così delicato con la pandemia di Coronavirus: senza una maggioranza solidamente europeista alternativa a quella attuale, non c’è altra strada se non il voto. Su questo solco arriva l’apertura di Conte, a Bruxelles per il Consiglio europeo sul Recovery Fund, a una “verifica di maggioranza”, due settimane che il presidente del Consiglio serviranno al capo del governo per far venire allo scoperto le reali richieste di chi oggi lo contesta, a cominciare da Italia Viva.


L’intervista di Renzi al quotidiano spagnolo El Pais, ha dato un’accelerata alla strategia di Conte che, secondo Repubblica, considera inevitabile concedere qualcosa alle richieste renziane, per esempio con un ingresso in prima persona del leader di Italia Viva. Ma quell’ultimatum di Renzi ha anche riacceso la tensione con il Movimento Cinque Stelle, che ancora oggi spara tutta la sua irritazione da due bocche di fuoco di peso come il presidente della Camera, Roberto Fico su la Repubblica, e l’ex parlamentare Alessandro Di Battista su il Fatto quotidiano.


Secondo Fico non c’è alternativa a questa maggioranza, se non il voto. Le questioni sollevate da Italia Viva sulla governance del Recovery fund, che il premier vuole affidare a una task force di esperti: «vanno senz’altro affrontate, ma senza ricatti». Resta comunque «irresponsabile» per il presidente della Camera ipotizzare una crisi di governo, come invece ha fatto chiaramente Renzi a El Pais nel caso in cui Conte non volesse cambiare idea sulla task force. Ben più diretto Di Battista che bolla le minacce renziani roba «da irresponsabili, da folli pensare di far cadere Giuseppe Conte o parlare di rimpasto in tempi di pandemia».

Di Battista non crede alla polemica sulla task force sollevata da Renzi. Secondo lui l’obiettivo è altro: «Non stanno contestando il presidente del Consiglio sulla base di questioni concrete – rintuzza Di Battista – bensì solamente per gelosie interne. Ci sono altri interessi, altre dinamiche». Il giudizio dell’ex parlamentare grillino sull’ex premier non è cambiato nel tempo, anzi: «Matteo Renzi è quanto di peggio ci sia attualmente nelle nostre istituzioni, io l’ho sempre detto, anche nei giorni nei quali si formò il governo». E il senatore toscano non sarebbe solo in maggioranza: «Ha alcuni sgherri di sua fiducia anche dentro il Pd, è evidente». Di rimpasto, né tantomeno di crisi di governo, Di Battista non vuol neanche sentir parlare. E spinge il Movimento a farsi sentire, perché a parlare sui temi più importanti dovrebbe essere chi le ultime Politiche le ha vinte: «Non è accettabile ascoltare ultimatum da chi quelle elezioni le ha perse».

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