Alle Comunali di Reggio Calabria hanno votato anche i morti. I brogli elettorali dietro l’arresto del consigliere Pd

Arrestato Antonio Castorina, consigliere comunale e componente della direziona nazionale del Pd. Indagato anche un presidente di seggio. Nella lista dei votanti anche due persone decedute

Alle amministrative di Reggio Calabria c’erano voti di anziani mai andati ai seggi e 2 voti di persone defunte. Antonino Castorina, consigliere comunale del Partito democratico eletto nelle scorse amministrative, è stato arrestato all’alba di questa mattina, 14 dicembre, per brogli elettorali. Arrestato con la stessa accusa un presidente di seggio, Carmelo Giustra. Entrambi sono stati messi agli arresti domiciliari. In una nota della Questura si parla di «un complesso meccanismo volto a eludere la regolare manifestazione del voto».


Al momento, le indagini non mettono in discussione il risultato elettorale e la vittoria del sindaco Giuseppe Falcomatà, ma riguardano solo la posizione di Castorina, che è pure componente della direzione nazionale del Partito democratico. Con 1.510 voti raccolti alle elezioni del 20 e 21 settembre, Castorina è stato il consigliere comunale più votato del centrosinistra. Le ipotesi di reato formulate – coordinate dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Gerardo Dominijanni – sono quelle di falso in atto pubblico e di reati elettorali. Secondo quanto riportato dai media locali, sarebbero in corso diverse perquisizioni.


Le indagini

Le indagini – che non si sono ancora concluse – sono partite lo scorso novembre, quando sono emersi casi di persone che non sarebbero andate a votare ma delle quali risultava il voto. Nel verbale si parla di anziani che avrebbero votato senza andare al seggio, e tra i nomi comparirebbero addirittura due defunti. Il voto di chi si è astenuto, inoltre, sarebbe stato possibile grazie alle centinaia di duplicati delle tessere elettorali che lo stesso Castorina e altre persone a lui vicine avrebbero ritirato negli uffici comunali senza alcuna delega e senza i documenti di identità degli interessati. Buona parte di quelle schede sarebbero state utilizzate anche per registrare il voto in altri seggi della città: si è proceduto alla loro finta identificazione attraverso la normativa che consente ai membri dell’Ufficio elettorale di sezione di certificare la “conoscenza personale” dell’anziano senza bisogno del documento.

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