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La sferzata del Papa Francesco alla messa di Natale: «Non è tempo di piangerci addosso, aiutiamo chi soffre»

25 Dicembre 2020 - 09:26 Redazione
Alla messa, anticipata per consentire ai partecipanti di rientrare a casa prima del coprifuoco, hanno preso parte meno di 200 fedeli, in una basilica che, normalmente, ne conteneva 7mila

Anche un rito secolare, la nascita di Gesù, allo scoccare della mezzanotte, celebrata dalle messe nelle chiese di tutto il mondo, è stato stravolto dal Coronavirus. Persino Papa Francesco ha dovuto anticipare la tradizionale celebrazione della Notte di Natale nella basilica di San Pietro: l’eucaristia è stata fissata alle 19.30 del 24 dicembre. E sono stati molteplici i riferimenti, durante l’omelia, alla pandemia che già lo scorso aprile, durante la settimana pasquale, aveva messo a dura prova la fede e le cerimonie della chiesa cattolica.

L’amore di Gesù, «disarmato e disarmante ci ricorda che il tempo che abbiamo non serve a piangerci addosso, ma a consolare le lacrime di chi soffre». Papa Francesco, parlando dall’altare della Cattedra di San Pietro, si è rivolto a meno di 200 fedeli, in una basilica che, solitamente, accoglie circa 7 mila persone. A parte Bergoglio, tutte le persone presenti nella chiesa indossavano la mascherina.

«Il figlio di Dio è nato scartato per dirci che ogni scartato è figlio di Dio. È venuto al mondo come viene al mondo un bimbo, debole e fragile, perché noi possiamo accogliere con tenerezza le nostre fragilità – ha detto il Papa, in un altro passaggio della sua omelia -. Anche con noi Dio ama fare grandi cose attraverso le nostre povertà. Ha messo tutta la nostra salvezza nella mangiatoia di una stalla e non teme le nostre povertà: lasciamo che la sua misericordia trasformi le nostre miserie».

Tra i vari riferimenti alla pandemia è al dolore che ha causato, Papa Francesco, come da tradizione, ha mandato un messaggio specifico per due territori particolarmente in sofferenza del pianeta: il Libano e il Sud Sudan. Rivolgendosi a tutte le persone, invece, ha invitato a «non perdersi d’animo. Hai la tentazione di sentirti sbagliato? Dio ti dice: “No, sei mio figlio!” Hai la sensazione di non farcela, il timore di essere inadeguato, la paura di non uscire dal tunnel della prova? Dio ti dice: “Coraggio, sono con te”».

Dopo la messa della sera del 24 dicembre, il Papa, il giorno di Natale, terrà la benedizione Urbi et Orbi. Non sarà celebrata dalla Loggia, con la presenza dei fedeli, ma nell’Aula delle benedizioni. Se la messa della Vigilia è stata trasmessa da 120 emittenti di tutto il mondo, l’Urbi et Orbi del 25 dicembre, alle ore 12, vedrà almeno 150 enti radiotelevisivi collegati con il Vaticano.

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