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Scontro sull’obbligatorietà del vaccino: la ministra Dadone la esclude, per Zampa «andrebbe considerata». Renzi si schiera a favore

28 Dicembre 2020 - 22:12 Redazione
Per la sottosegretaria, fare il vaccino «è una precondizione per chi lavora nel pubblico». Per la ministra è più giusta una forte raccomandazione. Renzi vorrebbe l’obbligatorietà «subito, almeno per gli operatori sanitari e socio sanitari»

Si accende lo scontro su uno dei temi più delicati di queste settimane: meglio che il vaccino anti-Coronavirus sia obbligatorio o no? La linea del governo, nota da subito, è quella di escludere l’obbligatorietà a favore di «una forte raccomandazione», accompagnata da una campagna di comunicazione efficace, ma visti i casi crescenti di scetticismo e addirittura negazionismo, anche tra gli operatori sanitari (che se hanno una simile posizione per il viceministro Sileri «hanno sbagliato lavoro») cominciano a emergere posizioni contrastanti e una generale frenesia, come se si stia avvicinando il momento di prendere una decisione a proposito.

Zampa (Pd): «Vaccino precondizione per chi lavora nel pubblico»

La prima a parlarne in mattinata era stata la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa secondo cui sarebbe giusto istituire l’obbligo vaccinale per chi lavora nel servizio pubblico. «In questo momento cominciare a parlare di obbligo farebbe un danno – ha chiarito prima di esprimere la sua posizione – ma credo che fare il vaccino debba essere una precondizione per chi lavora nel pubblico». «Se ci rendessimo conto che c’è un rifiuto che non si riesce a superare credo andrebbe considerato l’obbligo – evidenzia Zampa intervistata ad Agorà, su Rai 3 -. Non si può stare in una Rsa, dove dovresti lavorare per la salute delle persone ospitate, e mettere la loro salute a rischio». Per la sottosegretaria, se a scuola chi non è vaccinato non può entrare, lo stesso discorso deve valere per chi lavora al pubblico, per gli insegnanti, e per gli operatori sanitari.

Dadone (M5s): «Credo sia più giusta una forte raccomandazione»

Un discorso che non è affatto piaciuto alla ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione Fabiana Dadone che ritiene non sia giusto obbligare i dipendenti della Pa a sottoporsi a vaccino e che è tornata a sponsorizzare la linea del governo. «Non sono un’appassionata dell’obbligo in campo vaccinale. Credo sia più giusta una forte raccomandazione, fronte su cui il governo si è impegnato – ha detto all’Aria che tira su La7 -. Raccomandare il vaccino anti-Covid credo sia il modo migliore per raggiungere l’immunità di gregge». Dadone sembra fiduciosa sul successo della campagna vaccinale relativo all’adesione su base volontaria. «La raccomandazione a fare il vaccino sta raggiungendo un buon dato numerico. Il piano c’è, entro metà anno contiamo, come ha detto il ministro Speranza, di riuscire a vaccinare metà della popolazione».

Renzi: «Vaccino subito obbligatorio almeno per gli operatori sanitari»

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi intanto si schiera a favore e punta a introdurre l’obbligatorietà «subito, almeno per gli operatori sanitari e socio sanitari». E poi invita a sostenere ogni iniziativa di sensibilizzazione sul tema. È esclusivamente una «scelta politica», sostiene Michele Ainis, giurista e costituzionalista. «Rendere obbligatorio il vaccino, o proporlo solo su base volontaria, o imporlo al solo personale sanitario è è una scelta politica, che compie la maggioranza di governo, e che la Costituzione autorizza, in presenza però di alcune cautele». L’articolo 32 della Costituzione autorizza infatti i trattamenti sanitari obbligatori. «Un vaccino lo è – dice Ainis – ma con due cautele: la vaccinazione deve essere prevista dalla legge e non deve infrangere il rispetto della persona umana».

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