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L’incredibile storia dell’estremista di destra tedesco che si è finto rifugiato siriano per 16 mesi

30 Dicembre 2020 - 14:13 David Puente
David Benjamin verrà processato nel 2021 con l’accusa di terrorismo. Per mesi ha portato avanti una doppia vita: da militare antisemita e finto rifugiato

David Benjamin, un finto rifugiato siriano, rischia una condanna fino a 10 anni di carcere in Germania con l’accusa di terrorismo. Durante il processo si parlerà di un militare di nome Franco A. facente parte di una rete di estremisti di destra, razzista e antisemita. Ciò che sconvolge in tutta questa vicenda è che il finto rifugiato e il militare estremista sono la stessa persona. Franco, di cui si conosce solo l’iniziale «A» del cognome per una questione di privacy in Germania, ha vissuto per 16 mesi una doppia vita fingendosi un rifugiato siriano di nome David Benjamin assegnato nel 2016 in un centro di accoglienza vicino a Monaco di Baviera. Non parlando arabo aveva destato i sospetti dei mediatori, ma possedendo una buona padronanza della lingua francese riuscì a farla franca raccontando di essere cresciuto in una colonia francese a Damasco.

L’addestramento militare

Non era un militare qualunque. Si arruolò nell’esercito ad appena 19 anni e venne successivamente selezionato per frequentare l’accademia militare di Saint-Cyr in Francia, luogo dove apprese la conoscenza della lingua francese utile per la sua lunga e macchinosa interpretazione. Il comandante francese dell’accademia rimase sbigottito di fronte alla tesi finale presentata nel 2013 da Franco, un elaborato razzista e antisemita tale da venire segnalato ai superiori tedeschi. Nonostante la giovane età, Franco riuscì a convincere i suoi superiori che si era lasciato andare ottenendo soltanto un rimprovero e la presentazione di una nuova tesi. Non venne rimosso dall’esercito, non fu segnalato all’agenzia tedesca di monitoraggio dell’estremismo all’interno delle forze armate, mantenendo una condotta ritenuta esemplare in patria tale da non destare sospetti. Nel frattempo, però, Franco si era unito a un gruppo di estremisti di destra appartenenti alle forze dell’ordine tedesche.

L’arresto

Franco venne arrestato in Austria nel 2017 per possesso illegale di arma da fuoco, una Unique 17 calibro 7,65 francese nascosta in un bagno per disabili dell’aeroporto di Vienna. La polizia austriaca inviò le sue impronte digitali ai colleghi tedeschi per verificare la sua identità, ma questi vennero sorpresi nello scoprire che corrispondevano a un rifugiato siriano ospite nei pressi di Monaco di Baviera. Come se non bastasse, il vaso di Pandora venne definitivamente scoperchiato grazie al contenuto dei dispositivi elettronici sequestrati al momento dell’arresto: in una chiavetta USB vennero trovati due manuali, uno riguardo gli esplosivi dei Mujahedeen e una guida per la guerriglia urbana durante la Guerra Fredda, mentre nel cellulare vennero riscontrate le frequentazioni di Franco a una rete di chat Telegram di estrema destra dove erano iscritti numerosi soldati e agenti di polizia tedeschi.

L’estremismo di destra

Franco frequentava certi ambienti da diversi anni. Al suo ritorno in Germania dall’accademia francese, entrò in contatto con altri militari che condividevano le sue stesse ideologie estremiste. Fu allora che entrò a far parte delle chat frequentate da ufficiali dell’esercito e della polizia in cui discutevano del tema immigrazione in Germania. Tra i leader di questa rete c’era un ufficiale chiamato Hannibal, membro delle forze speciali KSK e dirigente di un’organizzazione privata di nome Uniter che organizzava corsi di addestramento paramilitare. Gli appartenenti alla rete estremista erano dei veri e propri survivalisti, accumulavano scorte di cibo e provviste per sopravvivere ad un eventuale collasso dell’ordine sociale tedesco. Una probabilità che per Franco era sempre più vicina a seguito dell’accoglienza da parte della Merkel dei richiedenti asilo provenienti dal Medio Oriente. Secondo i pubblici ministeri tedeschi, Franco iniziò a considerare la ricerca di un «evento scatenante» che facesse «reagire» la popolazione tedesca.

Franco diventa David

A quel punto Franco decise di diventare David, presentandosi in una stazione di polizia tedesca come un richiedente asilo cristiano siriano di origini francesi. Tra il 2015 e il 2016, come ricorda nel 2017 il ministro dell’Interno della Baviera Joachim Herrmann (CSU), i richiedenti asilo venivano riconosciuti come tali senza una effettiva verifica della loro identità permettendo di fatto al finto rifugiato di farla franca ottenendo la protezione sussidiaria. Nel cellulare di Franco vennero trovate non solo le chat Telegram, ma anche delle fotografie scattate all’interno di un parcheggio privato sotterraneo di Berlino. Le immagini risalgono all’estate 2016 mentre Franco viveva la sua doppia vita da militare e finto rifugiato, ma a destare preoccupazione era il luogo dove si era recato: l’edificio della Fondazione Amadeu Antonio gestita dall’attivista ebrea Anetta Kahane, figlia di sopravvissuti e bersaglio dell’estrema destra tedesca.

Tra il materiale perquisito a Franco c’era anche una mappa con l’ubicazione esatta del parcheggio di Kahane contenente una frase inquietante dove affermava che «non potevano ancora agire come vorrebbero». Durante la permanenza a Berlino aveva acquistato una guida per un mirino telescopico ed era stato visto in un poligono di tiro a provare alcuni accessori con un fucile d’assalto, tutte circostanze che avrebbero portato i pubblici ministeri a considerare l’eventuale omicidio da parte di un immigrato siriano dell’attivista ebrea come il precedentemente citato «evento scatenante».

L’antisemitismo e «la più grande cospirazione nella storia dell’umanità»

L’antisemitismo fa parte dell’indole di Franco, il quale era convinto che la Germania sarebbe stata tradita da una cospirazione dell’élite ebraica e nella sua contestata tesi sostenne che gli ebrei fossero intenzionati ad ottenere il dominio globale attraverso «la più grande cospirazione nella storia dell’umanità». Il processo che attende Franco – che partirà all’inizio del prossimo anno – non riguarda solo la sua condotta. Politicamente parlando, quanto è accaduto resta comunque un duro colpo per l’amministrazione tedesca: da una parte la mala gestione delle richieste di asilo tra il 2015 e il 2016, che potrebbero aver portato alla ribalta altri «Franco», dall’altra la conferma di una rete di estrema destra neonazista e antisemita tra le fila dell’esercito e delle forze dell’ordine tedesche.

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