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Piano vaccinazioni, bufera in Lombardia: a Pavia mille siringhe sbagliate. Gori: «Lentezza sconcertante». Quanti sono i vaccinati in Italia

05 Gennaio 2021 - 12:04 Redazione
Il ritmo delle vaccinazioni in Lombardia continua a far discutere. «Se andiamo avanti così – ha dichiarato il sindaco di Bergamo – ci metteremo due anni»

Tra numeri incerti e ritardi nelle somministrazioni, la campagna vaccinale italiana contro il Coronavirus va avanti. Stando agli ultimi dati diffusi dal Ministero della Salute e dal Commissario straordinario Domenico Arcuri, a oggi sono state fatte 178.939 vaccinazioni in tutta Italia, su un totale di 479.700 dosi consegnate. Il Lazio è la Regione più in alto in classifica per numeri assoluti, ma fa bene anche dal punto di vista della percentuale di dosi somministrate in relazione a quelle ricevute, il 63,3% (è al secondo posto, superata solo dalla Provincia Autonoma di Trento con il 67,7%).

Procedono meglio della altre anche la Toscana (56%) e il Veneto (55,6%). Male ancora la Lombardia, al diciottesimo posto per efficienza. Proprio in queste ore si sta discutendo sulla sostituzione di Giulio Gallera, assessore forzista al Welfare, che con la sua ultima uscita sul personale sanitario in ferie ha fatto arrabbiare non poco la giunta leghista. Intanto la vaccinazione in Regione entra nel vivo oggi, con gli ospedali Niguarda e San Raffaele che hanno cominciato in modo più concreto.

Siringhe sbagliate in Lombardia

Tra le difficoltà segnalate in Lombardia c’è anche quella delle siringhe a Pavia: come riporta la Provincia di Pavese, insieme ai kit sono arrivate circa un migliaio di siringhe sbagliate (da 5 ml anziché da 1). Le strutture si sono organizzate con le loro riserve, e le vaccinazioni, che avvengono al Policlinico San Matteo e all’ospedale di Voghera, sono state 189.

Gori: «Se il passo è questo, ci metteremo due anni»

A criticare la Regione Lombardia è anche Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, che si è detto «sconcertato dalla lentezza». «Mi sembra incredibile che in questa regione, la più colpita dalla pandemia, si sia ritenuto di iniziare così lentamente rispettando ferie e giorni festivi come se vaccinare le persone non fosse la priorità assoluta», ha dichiarato a la Repubblica. «L’assessore Gallera ci ha detto che tra qualche giorno arriveremo a 10 mila. Se il passo è questo, ci metteremo due anni».

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