Scuola spaccata sulla Dad, sit-in a Roma e Milano. Tornano in classe elementari e media, la gioia di Anita e Lisa a Torino: «Non vedevamo l’ora»

Oggi tornano tra i banchi 5 milioni di alunni delle scuole dell’infanzia, elementari e medie. Continua l’incertezza sulla riapertura delle superiori fissata per l’11 gennaio. Si moltiplicano in tutta Italia le proteste di studenti, insegnanti, personale scolastico e genitori sulla riapertura. Un’unica richiesta: «Rientro in sicurezza»

Annunci, slittamenti e aperture a singhiozzo e in ordine sparso tra regioni. Ma oggi, 7 gennaio, il mondo della scuola torna in parte in classe e in parte in piazza per protestare contro la gestione altalenante e opaca delle riaperture degli istituti scolastici decisa dal governo Conte, dalla ministra della scuola Lucia Azzolina, nonché dai presidenti di Regione, al netto della pandemia di Coronavirus. A tornare oggi alle lezioni in presenza sono stati, in alcune regioni, 5 milioni di studenti e studentesse delle scuole dell’infanzia, delle elementari e medie. Tra loro, a Torino, anche Anita e Lisa, le 12enni studentesse della scuola media Italo Calvino, che sono diventate simbolo della protesta No-dad sotto la Mole, e che si sono dette «felici di tornare tra i banchi e di rivedere i propri compagni», ma altresì «pronte a scendere nuovamente in piazza nel caso di nuove chiusure».


La protesta del comitato Priorità alla scuola 

Ma con i dovuti distinguo regionali, è slittata la riapertura degli istituti superiori all’11 gennaio. Uno slittamento da molti ritenuto ingiustificabile e infondato, tant’è che sono state organizzate mobilitazioni e proteste per richiedere  richiedere una riapertura chiara e in sicurezza per tutte e tutti. Il comitato Priorità alla Scuola, tra gli altri, con la propria protesta, richiede «uno screening completo della comunità scolastica (docenti, personale ATA e studenti), che il personale scolastico ad alto rischio sia considerato prioritario nella fase 1 dell’agenda vaccinale, che le scuole riaperte non diventino un verifichicio, sprecando il tempo in presenza solo a uso di compiti e valutazioni e che vengano annullate le prove Invalsi di quest’anno». 


«Per quanto riguarda le scuola superiori chiuse da quasi un anno – prosegue il comitato -, si auspica che la riapertura in presenza favorisca l’accoglienza e il recupero scolastico degli studenti fortemente penalizzati dal punto di vista didattico e psicologico a causa della Didattica a Distanza. La scuola chiusa da quasi un anno deve ripartire dall’accoglienza e dal recupero: si tenga conto di quanto studenti e studentesse hanno passato in questi mesi». E così, da oggi sino al 10 gennaio, in diverse città italiane sono stati organizzati presidi di protesta e lezioni in Dad, ma dinanzi agli edifici scolastici. 

Milano, bloccato l’ingresso del Miur. La piattaforma No-Dad: «Voi ci chiudete e noi vi chiudiamo»

Nel frattempo, a Milano, in zona Bande Nere, gli attivisti della Piattaforma No-dad hanno bloccato l’ingresso della sede del Miur milanese. «Abbiamo visto per mesi centri commerciali e settori della produzione mai fermarsi (anzi intensificare gli ingressi) e le nostre scuole più chiuse che aperte. Siamo stati abbandonati. Abbiamo capito quindi, considerati gli ultimi mesi in cui il tentativo di messa in sicurezza delle scuole, da parte del governo, non solo è fallito ma è risultato praticamente nullo, di dover rappresentare noi l’alternativa, spiega il comitato della Piattaforma No-Dad».

Per queste ragioni, prosegue il comunicato, «ci troviamo oggi a bloccare i cancelli del Miur a Milano: per continuare una lotta, per il rispetto del futuro delle nuove generazioni, in cui sono gli student* a giocare il ruolo più importante. Siamo convinti che il governo e, in particolare il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, sia inadeguato e incapace di risolvere i problemi dell’Istruzione italiana, portandoci a considerare che Dad possa essere solo l’acronimo di Dannazione Azzolina Dimettiti».

«È il momento di andarvene – chiosano -, ma sapendo bene qual è l’atteggiamento di tutta la classe politica verso gli student*, abbiamo deciso di prendere noi l’iniziativa, saremo noi a cacciarvi». Ed è così che la sede del Miur è stata simbolicamente sigillata con del nastro rosso e bianco e sono stati appesi dei cartelli con scritto “Il Miur nuoce gravemente alla sicurezza degli studenti” ed è stato esposto uno striscione con scritto “Dannazione Azzolina Dimettiti!”.

No Dad – Settembre in aula | La protesta davanti ai cancelli della sede del Miur di Milano con l’esposizione di striscioni e cartelli

Roma, attesa per la manifestazione in piazza Montecitorio

Anche nella Capitale si attendono proteste da parte di studenti, insegnanti, personale Ata e genitori. Si troveranno oggi alle 9 in piazza Montecitorio per far sentire la propria voce e il proprio dissenso in particolare modo per i disagi creati dallo scaglionamento delle fasce orarie d’ingresso scolastico (dalle 8 alle 10 del mattino), protestando per il caos e la mancanza di soluzioni e pratiche sicure per il rientro a scuola.

«Praticamente la scuola ricomincia da casa – denunciano – si doveva lavorare per garantire un trasporto pubblico in sicurezza, con trasporti dedicati alle scuole e non aggiunti a quelli utilizzati da tutti, proprio per non dover fare i doppi turni di entrata. Bisogna lavorare per fare didattica e non solo per tenere i ragazzi a scuola», spiegano in un’intervista a Il Messaggero. «Non è possibile che ministero, ufficio scolastico regionale e prefetture non abbiano saputo organizzare un vero rientro in presenza e in sicurezza», chiosano. 

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