Caso Zaki, conclusa la nuova udienza. Si attende l’esito per sapere se la detenzione verrà rinnovata

di Riccardo Liberatore

Lo studente egiziano dell’Università di Bologna è in carcere dallo scorso 7 febbraio dopo essere stato arrestato al suo rientro in Egitto con l’accusa generica di «aver tentato di rovesciare il regime al potere»

Nuova udienza nel caso di Patrick Zaki e nuova attesa per capire se lo studente egiziano dell’Università di Bologna, arrestato lo scorso 7 febbraiocon l’accusa di propaganda sovversiva sul web, potrà finalmente uscire dal complesso carcerario di Tora, nella periferia del Cairo, dove è attualmente rinchiuso. Per il momento non ci sono indicazioni sull’esito dell’udienza, ovvero se la sua detenzione verrà rinnovata altri 45 giorni.


L’udienza monitorata da diplomatici europei

Come in altre occasioni, l’udienza si è tenuta sotto l’osservazione del funzionario dell’ambasciata italiana al Cairo insieme ad altri diplomatici, oggi delle ambasciate francese, olandese e canadese, nell’ambito del meccanismo di monitoraggio processuale dell’Unione europea. Il 18 dicembre il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione con cui veniva condannato l’Egitto per il mancato rispetto dei diritti umani e con cui veniva chiesto all’Egitto la scarcerazione di Zaki, oltre alla collaborazione delle autorità egiziane sull’omicidio di Giulio Regeni.


Le condizioni di Zaki

La precedente udienza di Zaki risale al 21 novembre e si è conclusa con la proroga della sua custodia cautelare. Lo studente è stato fatto prigioniero con l’accusa generica di «aver tentato di rovesciare il regime al potere». Ora è costretto a sopportare condizioni durissime nel carcere di Tora, detto «la tomba», dove non dispone nemmeno di un letto o di un materasso. Ad ogni modo, i quattro diplomatici che hanno assistito all’udienza, su iniziativa dell’ambasciata italiana, hanno potuto vedere Zaki e salutarlo, trovandolo in «buono stato».

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