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Furgoni bloccati, presidi militari e video-messaggi: così la Casa Bianca si prepara a cambiare inquilini

Oggi la cerimonia d’insediamento di Joe Biden. Per la prima volta in 152 anni il presidente uscente, Donald Trump, non ci sarà

Josh Lyman e Sam Seaborn vagano per i corridoio dell’ala della Casa Bianca riservata ai membri dello staff del presidente. I due personaggi dell’iconica serie televisiva The West Wing, creata e sceneggiata da Aaron Sorkin, cercano la strada giusta nel caos del loro primo giorno in carica, tra scatoloni e fogli svolazzanti. Nella realtà, il cambio di presidenza dovrebbe essere più o meno così. Fuori uno, e dentro l’altro. Tra traslochi, arredamenti da rimuovere, sostituire, e altri da lasciare esattamente dove sono.

Joe Biden giurerà oggi nella mattinata di Washington davanti al Congresso e si insedierà ufficialmente alla Casa Bianca come 46esimo presidente degli Stati Uniti. Il processo di transizione inizia solitamente subito dopo l’elezione. Ma questa volta, a causa del continuo rifiuto di Trump di accettarne il risultato, il tutto è stato posticipato di settimane. La logistica richiede tempo, visto che si tratta di una transizione massiccia anche di personale. In media, sono tra le 150 mila e le 300 mila le persone che fanno domanda per un lavoro all’interno della Casa Bianca durante il cambio di presidenza. Circa 1.100 delle posizioni richiedono anche la conferma del Senato. E ricoprire tutte queste posizioni richiede mesi, a volte anni.

Inizia la presidenza Biden-Harris

«I furgoni con i mobili di Biden – scrive il New York Times – non potranno essere scaricati fino a quando il nuovo presidente non avrà prestato giuramento». Una volta entrate alla Casa Bianca, le nuove famiglie procedono spesso a lavori di ristrutturazione. Pochi giorni dopo essere arrivato alla Casa Bianca, Trump aveva per esempio scelto un ritratto del presidente populista Andrew Jackson per lo Studio Ovale. Il giorno dell’inaugurazione, anche il vicepresidente Pence e sua moglie lasceranno la loro residenza situata a un paio di miglia dalla Casa Bianca a Kamala Harris e al marito Doug Emhoff.

Ma, in una ulteriore rottura con i rituali del passato, Biden e la famiglia non sono mai stati invitati a incontrare il personale che lavora nella residenza presidenziale. «Michelle Obama, al contrario, era passata due volte dalla Casa Bianca su invito della signora Bush prima dell’inaugurazione del marito nel 2009», fa notare sempre il New York Times. Il passaggio di consegne, e il trasloco del nuovo presidente, prevede tra le altre cose che i documenti redatti negli ultimi quattro anni vengano portati negli archivi nazionali dove saranno tenuti segreti per 12 anni. A meno che non sia lo stesso presidente uscente a decidere che parte del contenuto possa essere rivelato.

Il commiato anticipato di Trump

Come annunciato la scorsa settimana, e per la prima volta negli ultimi 152 anni, il presidente uscente non parteciperà alla cerimonia d’insediamento del suo successore. Invece, Donald Trump ha diffuso un invito a una cerimonia di addio privata che si terrà alla base militare di Andrews, prima di volare definitivamente in Florida, nella sua residenza di Mar-a-Lago, e lasciare Washington. In realtà, non è inusuale che un presidente uscente organizzi una cerimonia di addio. Ma, questa di solito avviene dopo il giuramento del nuovo capo della Casa Bianca. Trump lascerà invece Washington prima dell’inizio della cerimonia inaugurale.

«Non smetterò mai di combattere per l’America. C’è sempre del lavoro che va fatto, e non vedo l’ora di continuare a condividere e impegnarmi con voi in quello che verrà dopo», ha scritto il segretario di Stato Mike Pompeo sul suo profilo Twitter in uno dei suoi ultimi messaggi di addio al ruolo ricoperto negli ultimi quattro anni. Donald Trump ha invece deciso di affidare il suo addio a un video registrato due giorni fa, e diffuso ieri. Nessun discorso dunque di commiato in diretta tv e in prima serata, come è sempre accaduto con i predecessori nell’era televisiva.

Il primo fu Harry Truman nel 1953. E persino Richard Nixon, l’unico presidente a dimettersi nella storia americana a causa dello scandalo del Watergate, si congedò in diretta tv dalla nazione. Bill Clinton, Ronald Reagan e Jimmy Carter hanno scelto lo Studio Ovale per il loro saluto in diretta, mentre George W. Bush lo fece dall’accademia di West Point e Barack Obama dal McCormick Place Convention Center della sua Chicago

Il messaggio di Melania Trump

Ma, l’addio più sentito è forse arrivato da Melania Trump. «È stato il più grande onore della mia vita aver servito come first lady. I quattro anni appena trascorsi sono stati indimenticabili, sarete sempre nel mio cuore», ha dichiarato Melania Trump in un video condiviso pochi giorni fa su Twitter. Sembra che la first lady abbia chiesto al suo staff di dare a questo messaggio di addio un tono di unità per distaccarsi dall’atteggiamento del marito e presidente Donald Trump: «In tutte le circostanze, chiedo a ogni americano di essere un ambasciatore del “Sii il migliore”». Di concentrarsi su ciò che ci unisce. Di andare oltre quello che ci divide. Di scegliere sempre l’amore sull’odio, la pace sulla violenza, e di mettere gli altri prima davanti a te stesso».

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