Crisi di governo, Di Maio: «Ancora 48 ore per consolidare la maggioranza o si scivola verso il voto»

Il ministro degli Esteri è conscio del pericolo che corre il governo se nelle prossime ore non si paleseranno i costruttori. Ma chiarisce: «Tra Conte e Renzi scegliamo Conte»

Con o senza Italia Viva, la tenuta del governo è sempre più in bilico. A non nascondere le difficoltà che sta incontrando la maggioranza nel rintracciare i responsabili è lo stesso Luigi di Maio. «O nei prossimi giorni si trova la maggioranza, altrimenti sono il primo a dire che stiamo scivolando verso il voto», ha dichiarato il ministro degli Esteri Di Maio a Mezz’ora in più su Rai 3. «Serve un consolidamento della maggioranza», ha detto il ministro, chiarendo che le prossime 48 ore saranno cruciali.


«In tempi normali si poteva votare anche ogni anno, in questi tempi ci giochiamo Recovery, vaccini e futuro della ripresa economica», ha aggiunto. Ma «se non ci sono i voti adesso non ci sono neanche per il Conte ter». Di Maio smentisce però la possibilità di qualsiasi riavvicinamento tra Renzi e il premier: «Conte è stato chiaro sul fatto che non avrebbe più fatto parte della maggioranza e noi – chiarisce Di Maio – tra Conte e Renzi scegliamo Conte».


Il capo della Farnesina ha poi affrontato anche il delicato tema dei vaccini e del ritardo nelle consegne. «È un contratto europeo che due aziende, Pfizer e AstraZeneca, non stanno rispettando. Noi faremo loro causa ma dobbiamo lavorare con le istituzioni Ue perché si acceleri sulla distribuzione», ha detto Di Maio parlando della decisione di Domenico Arcuri di fare causa all’azienda farmaceutica statunitense. Di Maio ha precisato però che l’azione legale «è per riavere le dosi, dei soldi non ce ne frega niente. Stiamo lavorando perché il piano vaccinale non cambi il cronoprogramma».

Il ritardo di Pfizer ha messo non poco in crisi il piano vaccinale italiano che, dice Di Maio, era tra i primi in Europa. «Ma appena Pfizer ha iniziato a rallentare siamo stati superati dalla Germania: faremo tutta la pressione che serve perché onorino i contratti che abbiamo firmato», ha aggiunto Di Maio. «La percezione – ha concluso – è che abbiano fatto il passo più lungo della gamba. Il problema è che noi abbiamo costruito i piani vaccinali su questo».

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