Vaccini, von der Leyen chiama AstraZeneca: «Rispettare i tempi». Per l’Europa gli obiettivi non cambiano, ma la strada è tutta in salita

Si punta a immunizzare entro l’estate il 70% della popolazione, ovvero 315 milioni di persone. Al momento però sono state somministrate solo 8,4 milioni di dosi

Sui tempi della campagna vaccinale, l’Europa prova a tenere il punto con le aziende produttrici, anche alla luce di quello che sta accadendo con Pfizer. In una telefonata di stamane tra la presidente della Commissione europea e l’amministratore delegato di AstraZeneca, Ursula von der Leyen ha ricordato a Pascal Claude Roland Soriot che l’Unione europea si aspetta «una consegna nei tempi previsti» dei vaccini contro il Coronavirus. Una mossa che arriva dopo che la commissaria alla Salute Stella Kyriakides ha scritto ieri all’azienda, mentre oggi è prevista una teleconferenza tra la commissaria, gli Stati membri e i rappresentanti dell’azienda.


Il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, precisa che l’Ue si aspetta che AstraZeneca «esplori tutte le flessibilità in termini di capacità produttiva, per onorare gli impegni e consegnare le dosi di vaccino richieste il prima possibile». E sull’ipotesi che il siero possa essere prodotto in impianti di altre aziende sottolinea che «si tratta di policy delle compagnie». Tradotto, «sta a loro decidere se farlo o meno». Il nuovo calendario di consegne dei vaccini di AstraZeneca «non è accettabile»: per questo motivo la Commissione Ue ha scritto all’azienda e ha avuto una riunione con i suoi rappresentanti proprio oggi. Le risposte «non sono state ritenute soddisfacenti», come ha detto la commissaria alla Salute Stella Kyriakides al termine della riunione, che è stata quindi aggiornata a questa sera.


«Vogliamo sapere quante dosi sono state prodotte, dove e a chi sono state consegnate. L’Ue è pronta a compiere ogni azione per proteggere i cittadini», ha aggiunto. La richiesta della Kyriakides è che vengano «distribuite le dosi ordinate e prefinanziate e che i contratti vengano rispettati». Proprio per una questione di trasparenza, d’ora in poi la Commissione ha proposto agli Stati di mettere in piedi un meccanismo di trasparenza. «Vogliamo chiarezza e trasparenza sull’export dei vaccini, quindi in futuro tutte le aziende produttrici dovranno dare una notifica in anticipo quando vogliono esportare a Paesi terzi», ha concluso la commissaria.

Ritardi e numeri

Mamer sottolinea – commentando i ritardi annunciati da Pfizer e AstraZeneca – che l’Europa non cambierà «gli obiettivi» di copertura vaccinale dell’80% della popolazione vulnerabile e del personale medico entro marzo e del 70% della popolazione per l’estate: in quest’ultimo caso si tratterebbe di 315 milioni di persone (su un totale di quasi mezzo miliardo di europei). Peccato che in tutto il mondo, al momento, non risultino dal 3 gennaio scorso neanche 5 milioni e mezzo di persone propriamente e completamente vaccinate, anche con doppia dose laddove necessaria: 5,25 milioni secondo Our World in Data.

In Europa, al momento, risultano somministrate 8,47 milioni di dosi.

«Se ogni volta che emerge un problema cambiamo il nostro obiettivo, perdiamo la prevedibilità e la chiarezza per tutte le parti coinvolte in questo processo», aggiunge Mamer. Gli obiettivi europei «sono ambiziosi» e Bruxelles intende «trovare soluzioni ai problemi» incontrati.

In settimana la decisione dell’Ema

Intanto l’agenzia europea del farmaco conferma oggi che la decisione sul vaccino anti-Covid di AstraZeneca (solo per la popolazione dai 18 anni in su) è prevista per questa settimana. Così infatti si legge sull’agenda del comitato sui prodotti medicinali a uso umano (Chmp) del 25-29 gennaio, diffusa stamane. Il giorno preciso della decisione dell’Ema non viene specificato.

In copertina EPA/OLIVIER HOSLET | Un’immagine della presidente della Commissione Uw Ursula Von der Leyen durante una mini sessione plenaria del parlamento europeo a Bruxelles, Belgio, 26 marzo 2020.

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