«Almeno 500 test a settimana per monitorare le varianti Covid»: la richiesta del Centro europeo per il controllo delle malattie agli Stati membri

Tra le categorie sotto la lente quella dei soggetti vaccinati che sviluppano comunque la malattia. Ecco le nuove direttive dell’Ecdc

Le varianti del Coronavirus preoccupano il Centro europeo per il controllo delle malattie infettive (Ecdc), che chiede agli Stati membri dell’Unione europea di sequenziare «almeno 500 campioni» selezionati casualmente ogni settimana a livello nazionale, a partire dagli «individui vaccinati che successivamente si infettano nonostante una risposta immunitaria». Evidente quindi lo scopo del monitoraggio, che servirà a tenere sotto controllo l’andamento di una nuova curva, quella dei vaccinati che eventualmente sviluppano comunque la malattia, anche (ed è questo l’aspetto da appurare) a causa delle varianti Covid.


Le categorie su cui effettuare i test

La richiesta dell’Ecdc è stata messa nero su bianco in una nuova circolare dal ministero della Salute. I campioni richiesti dovranno essere selezionati nell’ambito di alcune categorie, oltre a quella dei soggetti vaccinati che sviluppano comunque l’infezione, come:


  • contesti ad alto rischio come gli ospedali, nei quali vengono ricoverati pazienti immuno-compromessi positivi al Coronavirus per lunghi periodi;
  • casi di reinfezione;
  • individui in arrivo da Paesi con alta incidenza di varianti Covid;
  • aree caratterizzate da un aumento dei casi o cambiamento nella trasmissibilità e/o virulenza;
  • cluster utili a valutare la catena di trasmissione e/o l’efficacia di strategie di contenimento dell’infezione.

Ministero della Salute | La circolare che recepisce le indicazioni dell’Ecdc sul monitoraggio delle varianti Covid

Al primo posto deve comunque esserci la ricerca e la gestione dei contatti di casi (sospetti o confermati) di persone infette da una variante Covid, per identificare sia quelli ad alto rischio (contatti stretti), sia quelli a basso rischio. La circolare del ministero della Salute chiede anche di eseguire un test molecolare a tutti i contatti il prima possibile e un altro al 14esimo giorno di quarantena. Considerando la maggiore trasmissibilità delle varianti, non viene infatti ritenuto opportuno interrompere la quarantena al decimo giorno.

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