Coronavirus, Moderna ha rinunciato ai suoi diritti sul vaccino anti-Covid? No, si tiene stretta i suoi brevetti

Moderna non ha rinunciato ai diritti sui suoi brevetti. Concede di non farli valere nei confronti delle aziende impegnate nella lotta contro la Covid fino alla fine dell’emergenza sanitaria. Facciamo chiarezza

Nell’ottobre scorso Moderna pubblica un comunicato riguardante i brevetti del suo vaccino a RNA contro il nuovo Coronavirus che prevedono l’uso di tecnologie condivisibili da altre aziende interessate alla produzione dei propri antidoti. La news passa in sordina. Riemerge due mesi dopo presentata nel giusto contesto sul sito di Corradini, azienda che offre consulenza su marchi e brevetti. Durante l’ultimo weekend il comunicato torna a circolare e comincia a essere interpretato da molti come una rinuncia di Moderna ai diritti sui brevetti. Facciamo chiarezza.

Per chi ha fretta:

  • La casa farmaceutica Moderna pubblica l’8 ottobre 2020 un comunicato in cui annuncia alcuni allentamenti nella gestione dei suoi brevetti riguardanti il vaccino a Rna;
  • L’azienda rinuncia durante la pandemia a difendere i propri diritti in sede legale, consentendo alle altre aziende di accedere alle tecnologie indispensabili per la produzione dei vaccini anti-Covid;
  • Solo in un secondo momento, Moderna farà valere i suoi diritti, facendo valere i suoi brevetti, che si prevede torneranno utili nei nuovi campi di ricerca che questa esperienza sta aprendo.

Le ragioni strategiche della decisione di Moderna

Moderna assieme ad altre concorrenti aveva già preso iniziative congiunte volte a garantire da un lato l’integrità della ricerca sui vaccini, dall’altro di facilitare lo snellimento delle procedure burocratiche per la loro approvazione, di concerto coi governi. Tuttavia la decisione dell’azienda di non «azionare» i brevetti fino al termine della pandemia sembra non avere precedenti. L’azienda è già leader nel mondo dal 2010 nello studio di terapie basate sul «RNA messaggero», utilizzato dal DNA del nucleo per «comunicare» col resto della cellula. Per approfondire consigliamo la lettura della nostra Guida ai vaccini anti-Covid.

Apparentemente la mossa di Moderna sembra essre controproducente. Anche se riguarda solo la produzione di farmaci inerenti la Covid-19, si tratterebbe di agire di fatto come se i suoi brevetti non esistessero, rinunciando a fare causa alle aziende concorrenti. D’altro canto nel breve periodo si evitano perdite di tempo e denaro in cause legali che rallenterebbero la ricerca nel mondo, dal momento che significherebbe rinunciare a diverse scoperte importanti che potrebbero emergere, considerato che stiamo parlando di una emergenza sanitaria globale e che nessuno ha interesse a farla durare a lungo.

«C’è chi ha osservato che Moderna non avrebbe potuto decidere altrimenti – continua Corradini – visto che una strategia di tutela “aggressiva” durante la pandemia avrebbe comportato azioni legali, rivendicazioni, procedimenti dinanzi agli uffici brevetti e licenze obbligatorie che avrebbero spento il mercato dell’mRNA prima ancora che avesse avuto la possibilità di crescere».

«Inoltre, se dall’attività di tutela dei brevetti fossero derivati ritardi nelle consegne del vaccino, il risentimento del pubblico avrebbe portato a conseguenze nefaste per la reputazione dell’azienda e, quindi, per i suoi profitti».

A quanto pare a quattro mesi di distanza sembra che questa strategia sia stata vincente. Nel lungo periodo le opportunità strategiche a favore di Moderna potrebbero essere invece molte. Dopo la pandemia le aziende che hanno implementato queste tecnologie avranno maggiori interessi a riconoscere i diritti di Moderna, evitando pesanti cause legali.

«Dunque, se questa interpretazione è corretta – continua Enrico Bucci in un recente post su Facebook – si potrebbe produrre ovunque il vaccino durante la pandemia; le aziende coinvolte potrebbero poi successivamente trovare un accordo con Moderna, ove siano interessate a continuare la produzione o anche a differenziarla verso altri prodotti, senza dover chiudere gli stabilimenti».

«Visto lo stato delle cose che ovviamente potrebbe cambiare basandosi sulla iniziativa unilaterale delle aziende – conclude il Professore – forse sarebbe il caso che le pubbliche amministrazioni si siedano al più presto al tavolo con le aziende, per negoziare le condizioni migliori utili a produrre in proprio i vaccini che meglio funzionano».

Conclusioni:

Moderna non ha rinunciato ai suoi diritti sui suoi brevetti. Concede di non farli valere nei confronti delle aziende impegnate nella lotta contro la Covid-19 verosimilmente fino alla fine dell’emergenza sanitaria. Tutto questo non vale per altri usi delle sue proprietà intellettuali. L’azienda si riserva di tornare a far valere i brevetti a fine pandemia.

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